SUM OF R – Spectral

Pubblicato il 07/10/2025 da
voto
8.0
  • Band: SUM OF R
  • Durata: 00:49:06
  • Disponibile dal: 03/10/2025
  • Etichetta:
  • Dusktone

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Cosa fanno i Sum Of R? Il finimondo. Un putiferio di suoni, rumori, percussioni, urla, lamenti, nenie, cori sacri e chi più ne ha poù ne metta.
Nati nel 2008 da un’idea del polistrumentista svizzero Reto Mäder, attraverso varie metamorfosi si sono infine consolidati come trio, grazie all’entrata in pianta stabile dei due musicisti finlandesi Marko Neuman, voce, e Jukka Rämänen, batteria, entrambi ex Dark Buddha Rising e quest’ultimo anche batterista storico degli Hexvessel; senz’altro due esperti del settore in grado di aiutare il buon Reto a concretizzare la sua peculiare idea del fare musica.
E azzeccatissimi anche gli ospiti presenti su quest’ultimo “Spectral”: Juho Vanhanen, cantante degli Oranssi Pazuzu, che offre il suo contributo sul pezzo di apertura “Solace”, con una prestazione disturbante al punto giusto, e Vikotnik dei Dødheimsgard, con la sua voce lacerante e spaventosa su “Beer Cans In A Bottomless Pit”; due interventi che molto aggiungono sull’immaginario, estremo e sperimentale, caro ai Sum Of R.

Non si può parlare certo di forma canzone, riferendosi ai brani di “Spectral”, ma è anche vero che le durate delle varie tracce sono contenute e ne troviamo nove in scaletta, quindi il tutto è effettivamente assimilabile a un album ‘normale’, scelta che aiuta e invoglia all’ascolto; ma non ce ne sarebbe neppure bisogno, in quanto la musica di questo trio internazionale colpisce immediatamente per qualità e personalità e non annoia minimamente, grazie a una varietà e a un’inventiva che non sempre è possibile riscontrare in opere di questo tipo.
Doom, sludge, drone rock, dark ambient, avant-garde metal, krautrock, psichedelia: lo spettro d’azione è ampio ed estremamente sfaccettato, e il tutto è ben amalgamato e tessuto coerentemente da artisti con una già considerevole esperienza alle spalle.

Rispetto al precedente, riuscitissimo “Lahbryce” del 2022, questi alchimisti del suono scelgono di imboccare un’altra direzione: scelta saggia, perché bissare quel lavoro non sarebbe stato agevole, e allora i toni si fanno ancora più opprimenti, oscuri, alieni; l’idea di fondo è quella di accompagnare l’ascoltatore attraverso una specie di esorcismo, un viaggio psichedelico rituale, un incantesimo che ipnotizza e trasforma.
Il suono è curato come ci si aspetta da un’opera di questo genere  e si ha veramente la sensazione di essere trasportati in un’altra dimensione, dove la quotidianità non esiste più e qualsiasi cosa ci leghi al mondo terreno sembra non avere più ragione o senso; gli strumenti sono trattati con accortezza e competenza, le voci toccano vari registi e riescono a raggelare e sconvolgere, ma ciò che più conta è la creatività, l’estro e la vena del trio, che sa come colpire ed ammaliare.

Pescano dalle avanguardie degli ultimi decenni dello scorso millennio i Sum Of R, dalla musica d’ambiente, dalla psichedelia, dal krautrock, e, ovviamente, dai grippi più sperimentali sbucati dal metal estremo: si va dagli Arcturus di “My Angel” agli Ulver di “A Quick Fix Of Melancholy”, e non siamo lontani da pionieri nostrani quali Monumentum e Void Of Silence; ma si possono trovare anche echi di lavori recenti, come ad esempio le avventure sonore ritualistiche del belga Déhà o le divagazioni drone-doom degli islandesi Pthumulhu.
Considerata la natura di questo lavoro, è estremamente difficile andare a segnalare dei pezzi più significativi, in quanto l’album è estremamente compatto e merita di essere ascoltato dall’inizio alla fine, tuttavia almeno tre tracce si distinguono in particolar modo dalle altre: la terza “Null”, inquietante, soprannaturale, assolutamente straniante, la sesta, ipnotica, “Empty Rooms”, che non avrebbe sfigurato sul precedente, acclamato “Lahbryce”, ed il finale liberatorio, etereo dopo tanta angoscia, di “Cold Signatures”.

Non per tutti e tanto meno adatto a ogni occasione, ma senz’altro un ottimo lavoro capace di confermare le vette qualitative del disco precedente: può di certo fare la gioia degli appassionati di tale ambito stilistico, ma può altresì stuzzicare chi non è abitualmente avvezzo a simili sonorità, in virtù di un felice equilibrio tra sperimentazione e fruibilità.

TRACKLIST

  1. Solace (feat. Juho Vanhanen)
  2. Agglomeration (feat. G. Stuart Dahlquist)
  3. Null (cd exclusive bonus track)
  4. Waltz Of Death
  5. Beer Cans In A Bottomless Pit (feat. Vicotnik)
  6. Empty Rooms
  7. The Solution
  8. Violate
  9. Cold Signatures
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