SUMAC – The Deal

Pubblicato il 18/03/2015 da
voto
7.0
  • Band: SUMAC
  • Durata: 00:59:46
  • Disponibile dal: 05/02/2015
  • Etichetta:
  • Profound Lore
  • Distributore: Audioglobe

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Questo è un album di echi. Echi del passato. Echi dal passato. Feedback saturi e riverberi sonici. Echi dal passato perché i Sumac , la nuova band di Aaron Turner (non chiedetevi chi sia costui, non sareste degni di seguire questo portale), inizia dal passato. Da un passato recente. A ritroso di qualche anno, quando decise che gli Isis avrebbero smesso di esistere. I Sumac iniziano da dove gli Isis hanno smesso di respirare e generare quindi, in cinque album splendidi, messaggi sonori che sono stati, sono e saranno in eterno il verbo del post hardcore mondiale. “The Deal” è il debut album dei Sumac. Aaron non è solo nel creare e cesellare oscure trame sonore e rumoristiche. Si è avvalso dell’estro di Nick Yacyshyn, batterista dei Baptists, e del basso circolare e traumatico di Brian Cook, già con Russian Circles e Botch. Non traggano in inganno questi nomi. Il sound dei Sumac è molto diverso dalle band madri. E’ un suono multiforme, sfaccettato, che trae sì origine dalle trame fitte e grumose degli Isis, ma si trasforma in qualcosa di molto più psichedelico ed avanguardistico in continua trasformazione. E’ un album costruito su echi e feedback. Momenti e movimenti di silenzio, o quasi silenzio, alternati a bordate che si avvicinano al noise concettuale ed al drone più lisergico. Vengono usate anche soluzioni un po’ diverse dalle solite idee che nel post di qualsiasi cosa la maggior parte delle band usa ed abusa. Ne è esempio la nota greve e profonda di pianoforte che ossessivamente si ripete in “Thorn In The Lion’s Paw” per poi espandersi in un connubio di deflagrante urto con la chitarra satura e caustica di Turner. Ci sono momenti di calma apparente, come nei feedback ripetuti presenti nella parte centrale di “Hollow King”, che si alternano ad ancestrali ritmiche quasi tribali. “The Deal” è un disco ostico. Di difficile assimilazione, ma racchiude in sè un fascino totalizzante. Quasi sciamanico. Ascoltare per intero “Blight’s End Angel” è confortante. Confortante perché è una canzone che scalda. Scalda per le sue frequenze disturbate, basse, che avvolgono e trasportano in luoghi sconosciuti ma non per questo pericolosi. Abbiamo accennato che è un album fatto di echi e feedback. Scritto su riverberi. “The Deal” gioca molto su questo fattore. Intere canzoni sono state generate con questo intento. Essere minimali con un solo strumento (chitarra, per la maggior parte) per essere poi ed allo stesso tempo enormemente presenti con trame asciutte nei suoni, sabbiose e slabrate. Passaggi che emozionano tanto sono carichi di pathos e sensibilità artistica. La genialità del musicista americano si evince soprattutto in questi momenti: riesce con poco a trasmettere molto. Momenti che racchiudono magia, quasi un esoterismo urbano ed un senso di confortevole deriva psichica.“The Deal” è un nuovo inizio decisamente soddisfacente per un artista che ha scritto pagine importanti della musica pesante contemporanea.

TRACKLIST

  1. Spectral Gold
  2. Thorns In The Lion’s Paw
  3. Hollow King
  4. Blight’s End Angel
  5. The Deal
  6. The Radiance Of Being
  7. Radiance II
1 commento
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