6.5
- Band: SUNBURST
- Durata: 00:55:28
- Disponibile dal: 26/02/2016
- Etichetta:
- Inner Wound
- Distributore: Andromeda
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I greci Sunburst giungono al debutto con questo album intitolato “Fragments Of Creation”. Lo stile della band si muove tra sonorità power/prog, con diverse influenze, tra le quali potremmo annoverare Vanden Plas o Symphony X, ma soprattutto Kamelot e Conception. Non è un caso, del resto, che la voce del cantante Vasilis Georgiu possa essere accostata, in quanto a timbro e a caratteristiche, a quelle di Roy Khan. Altro protagonista del disco è poi sicuramente il chitarrista Gus Drax, virtuoso dello shredding dal tocco neoclassico, già visto all’opera anche in diverse altre band, quali, tra le altre, Paradox e Suicidal Angels, con un’esperienza persino nei Biomechanical. Tra l’altro, proprio il leader di questi ultimi, John K., ha curato gli arrangiamenti orchestrali per la suite “Remedy Of My Heart”, mentre nella maggior parte degli altri brani si è occupato delle tastiere un veterano come Bob Katsionis, che ha svolto, come sempre, davvero un ottimo lavoro. I brani che compongono “Fragments Of Creation” sono dunque sorretti da un buon riffing e da orchestrazioni, con qualche venatura prog e una particolare cura per le melodie, specialmente nei refrain. La tracklist alterna dunque tracce tendenzialmente più dure e veloci come “Out Of The World”, “Reincarnation” e “Break The Core” (in quest’ultimo brano le extreme vocals sono interpretate da Astrous dei connazionali Aenaon), con altre più solenni e atmosferiche quali ad esempio “Dementia” o “Lullaby”, senza tuttavia mai trovare spunti particolarmente originali, visto il forte carattere derivativo dello stile soprattutto rispetto alle citate ex band di Roy Khan. Non particolarmente interessante, poi, la strumentale “Beyond The Darkest Sun”, che sembra quasi essere stata inclusa solo per poter dare sfogo al chitarrismo dirompente di Drax. Discorso a parte, invece, per la conclusiva, già menzionata, “Remedy Of My Heart”, una suite di oltre dodici minuti di durata, molto ben articolata e con spunti che lasciano intravedere una maggiore personalità stilistica da parte della band. In conclusione, possiamo dire che “Fragments Of Creation” è un disco realizzato con cura e professionalità e con diverse belle canzoni: per contro, la sensazione è che i Sunburst debbano ancora lavorare un po’ per evitare di incappare in schemi e stilemi già fin troppo collaudati, che rischiano peraltro di portarli ad essere facilmente etichettati o accostati ad altre band, impedendo loro di emergere per quelle che invece possono essere le loro caratteristiche e le loro migliori qualità.