6.5
- Band: SUR AUSTRU
- Durata: 00:54:02
- Disponibile dal: 30/08/2024
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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I Sor Austru nel bene o nel male si sono portati dietro per anni l’ombra dei Negura Bunget, ma crediamo che ormai paragonarli a quella gloriosa realtà del metal estremo sia fuori luogo, perché dopo tutti questi anni i legami musicali (e non) con quel passato si sono ormai affievoliti, seppur non estinti.
L’unica cosa che forse rimane ai Sor Austru di oggi è quella volontà che aveva la band di Negru di voler uscire dagli schemi: con il nuovo “Datura Străhiarelor”, in effetti, la band romena cerca di allontanarsi un po’ dalle radici folk per intraprendere un percorso ben più arduo e non facile da etichettare.
La sensazione è quella di voler in qualche modo seguire alcuni gruppi pionieri nella scoperta di certe sonorità come gli In The Woods o gli Enslaved della seconda parte di carriera; e così anche i Sur Austru sembrano voler andar alla ricerca di una musica che possa elevare l’animo umano, di fonderlo con gli elementi di questo pianeta fino poi a trasportarlo in alto tra le stelle.
Forse un punto di partenza di questa strada sciamanica potrebbe essere proprio l’album “Om” dei Negura Bunget: ma si tratta di una partenza timida, con il freno a mano ancora tirato; la sensazione è quella che, ancora dopo tanti anni, i Sur Austru siano prigionieri delle loro origini e non siano in grado di intraprendere una strada coraggiosa e assolutamente indipendente.
Lo sforzo fatto dalla band romena su questa release comunque c’è e si sente. Speriamo rappresenti realmente il primo passo verso un nuovo cammino, ma la strada per trovare una nuova dimensione musicale ben definita e personale sembra essere ancora molto lunga.
Entrando un po’ più nel dettaglio, “Strânsura” è un brano interessante nel quale la band vi riversa la tradizione di alcuni elementi appartenenti a più sottogeneri metal degli ultimi venti anni: c’è un tocco sinfonico in stile Therion e ci sono elementi folk che si intrecciano con un’atmosfera piuttosto dark. Altro capitolo, diverso da quello appena citato, è “Cele Rele”: si tratta di una canzone prevalentemente death/doom-oriented avvolta da un’aura misterica; è uno dei brani più lineari se vogliamo, ma anche uno dei più diretti e convincenti dell’intero lavoro. Si può citare anche “Afurisirea”: questa canzone inizia subito veloce ed è sinfonica, nella parte centrale e cadenzata sale invece in cattedra un’atmosfera avvolta dall’ignoto e con un tocco epico; poi si ritorna alla parte più propriamente black metal, una delle poche dell’album. Qui si sente la rievocazione di uno spirito antico e l’intento della band si può dire che colpisce nel segno, donandoci un’ottima canzone. Due parole ancora per “Fărmăcarea”, che parte con un inizio acustico, poi seguito da un lento procedere fatto di una musica quasi sciamanica, spirituale, un esempio di come questa band dovrebbe esprimersi sempre perchè in questo brano non ci sono radici terrene, ma la musica diventa misticismo.
In sintesi, ci siamo quasi, la strada imboccata sembra essere quella giusta, ci vuole solo un po’ più di coraggio e la volontà di lasciarsi alle spalle nomi ingombranti, parti folk poco personali e qualche altro vezzo stilistico poco maturo. Fatto questo probabilmente vedremo nascere una nuova, interessantissima realtà.