7.5
- Band: SURGE ASSAULT
- Durata: 00:39:43
- Disponibile dal: 30/11/2015
- Etichetta: Earthquake Terror Noise
- Distributore:
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A distanza di tre anni dall’EP di esordio, i Surge Assault, quintetto ravennate dedito a un black/thrash senza compromessi, sforna un album di tutto rispetto: poche idee, per così dire, ma chiare, ben suonate e sbattute in faccia con la potenza di uno schiacciasassi. I primi riferimenti che vengono in mente in maniera lapalissiana sono gli Impaled Nazarene più ignoranti e sfrenati (e questo è solo un complimento!), come si evince dalle chitarre gemelle che non fanno altro che esacerbare riff di puro punk incattivito all’ennesima potenza, incupito ad hoc dalla giusta dose di malignità dall’egregio lavoro svolto al basso, pulsante, in continuo contrappunto, perfettamente adagiato sul tappeto sonoro di una batteria eccellente. E su tutto questo si staglia la voce di Hell, gracchiante, ruggita, partorita da un inferno che invece che di fiamme è fatto di alcool, sudore, piscio e altri liquidi organici che non citiamo. E la ciliegina sulla torta di questo lavoro, ci piace pensare, è rappresentata dalla sfrontatezza becera dei testi che, come se nessuno di noi avesse mai superato gli anni ’80, parlano di puttane, alcolismo e Satana per quaranta minuti con quella profondità che può contraddistinguere un dialogo tra Bombolo ed Er Monnezza. Se queste ultime righe vi fanno pensare ad un lavoro infantile e sorvolabile, be’, va solo sottolineato nuovamente l’ottimo lavoro di tutti i componenti, una cura tecnica e una capacità di trascinare che (in buona fede?) ci fanno chiaramente riconoscere l’attitudine da papponi del demonio come una posa divertente e divertita, assolutamente da premiare. Nessun pezzo sotto tono, e un paio di chicche che vi faranno alzare il volume fino a sentire lo stridio del cono delle vostre casse, come l’impeccabile “In Hell From Earth”, che riassume perfettamente tutta la loro weltanschauung: un riffone portante di rara potenza, su cui si innesta a orologeria la sezione ritmica, la melodia in power chord della seconda chitarra e un testo sintetizzato dal ritornello: ‘Drink Drink Drink Dumbass/The Devil holds my reins/Drunk Drunk Drunk Scumbag’. Geni. Sicuramente i ragazzi sono stati ibernati per gli ultimi quindici anni e non aggiungono nulla al panorama musicale, ma i loro inni a sex, drugs and black n’roll ci hanno davvero divertiti parecchio. Bravi!