7.0
- Band: SVART CROWN
- Durata: 00:40:27
- Disponibile dal: 07/02/2020
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Gli Svart Crown sono arrivati per gradi a essere considerati un nome rilevante nella scena metal transalpina e, più generalmente, in quella europea. Il gruppo di Nizza ha fatto la cosiddetta gavetta, tra album inizialmente rilasciati per piccole etichette, tour sempre più estesi, cambi di line-up e un’evoluzione musicale costante, spalmata ad oggi su cinque full-length. Con “Wolves Among the Ashes” la band taglia dunque il traguardo del secondo album su Century Media Records, dimostrando di avere fra le proprie doti una creatività stabilmente prolifica. La sfida di questo nuovo lavoro in carriera è tra l’altro ancora più difficile, considerato il fatto che la formazione è cambiata parecchio lo scorso anno, con il solo chitarrista/cantante JB Le Bail a rappresentare l’unico elemento costante dal debutto ad oggi. I rinnovati Svart Crown anche in questa occasione hanno scelto di guardare avanti, evitando di realizzare la seconda parte di “Abreaction”, il disco che aveva definitivamente permesso alla loro proposta di essere notata su più larga scala. La scelta è quindi ricaduta su un sound ancora più stratificato e fluttuante, con i piedi certamente ancora ben piantati nel death metal, ma aperto ad ampie contaminazioni soprattutto sul versante post metal, per un risultato finale che sovente tende a lasciare in primo piano delle inedite voci pulite.
Ne è uscita fuori una sorta di versione ‘spirituale’ di ciò che fino ad un paio di anni fa avremmo potuto definire il tipico stile Svart Crown, con i francesi che ora dilatano e complicano impianti e stratificazioni dei brani, ariosi e liquidi ma con la possibilità di diventare repentinamente tesi e incisivi, o viceversa. Partendo come di consueto da basi che strizzano l’occhio ora ai primi Gojira, ora ai classici Morbid Angel, ora alle deviazioni degli Ulcerate, la band questa volta non insiste troppo su quella componente tribale messa in mostra nel lavoro precedente, preferendo punteggiare regolarmente le trame con un mood e con invocazioni dolenti che fanno da contraltare alla spigolosità delle chitarre. E’ proprio l’architettura di suoni e strutture l’elemento di maggior interesse di “Wolves…”: quando il gruppo confeziona composizioni elaborate, avvicinandosi al concetto di suite (vedi “Exoria” o l’ottima “Living with the Enemy”), i risultati sono originali e avvincenti. Paradossalmente, un episodio più tetro ed essenziale come l’estemporanea semi-ballad “Down To Nowhere” non riesce invece a comunicare quanto vorrebbe, principalmente a causa di un’interpretazione vocale sofferta ma alla lunga stucchevole. Vi è senza dubbio qualcosa di velleitario e di transitorio nel disco, tuttavia nel complesso gli Svart Crown riescono anche qui a dimostrare di avere avere tante frecce al proprio arco e di sapere come ben realizzare quasi tutte le idee che campeggiano nella loro testa. Vedremo dove andranno a parare da qui, sperando che la line-up resti il più salda possibile.
