SVART VINTER – Isvind

Pubblicato il 27/05/2025 da
voto
8.0
  • Band: SVART VINTER
  • Durata: 00:41:11
  • Disponibile dal: 30/05/2025
  • Etichetta:
  • Non Serviam Records

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Gelido, malinconico, impetuoso: l’elenco degli aggettivi potrebbe anche proseguire ma lasciamo all’ascoltatore la scelta di cogliere la propria emozione durante l’ascolto del qui presente “Isvind”, seconda prova sulla lunga distanza degli Svart Vinter, realtà romana dedita ad un black metal atmosferico che fonda le proprie radici nel metallo nero scandinavo, con particolare predilezione per quello norvegese.
Non riduciamo però l’operato del quintetto laziale al semplice, seppur doveroso, rimando ai colleghi nordeuropei: la capacità di arricchire una proposta sicuramente già sviluppata in lungo e in largo dagli anni ’90 ad oggi, sdoganando l’effetto di una scontata scopiazzatura, è stata la vera sfida intrapresa e portata a termine con risultati più che positivi dalla band capitolina.
Guidati dalla coppia Luca Gagnoni ed Emanuela Marino (entrambi chitarristi), già in azione con il progetto parallelo doom/death dei Veil Of Conspiracy, gli Svart Vinter arrivano al secondo capitolo in carriera dopo l’esordio di tre anni fa targato “Mist”, più oscuro e greve rispetto all’odierna pubblicazione, caratterizzata invece da una glaciale melodia di fondo, capace di marcare l’equilibrio tra stacchi serrati e momenti più atmosferici, ben rappresentanti anche dalla fredda semplicità dell’immagine in bianco e nero presente in copertina.
Uno scatto fotografico dietro al quale si cela la mano di Andrea Maggioni, uno dei simboli assoluti di questa nuova release: oltre a gestire il lavoro di mixaggio e mastering del disco, Maggioni si è reso infatti protagonista dietro al microfono dando voce ai nove episodi di “Isvind”.
E’ dunque il rapporto tra l’uomo e la natura il filo conduttore dell’intero album: un dialogo eterno tra l’individuo ed il mondo che lo circonda, con una particolare attenzione per i paesaggi invernali e desolati, eccellenti cartoline sensoriali per poter scatenare in musica riflessioni personali sull’esistenza, sulla malinconia e sulla caducità della vita. Questo è l’obiettivo, perfettamente andato a segno, trasmesso da brani come l’iniziale “Torment”, strutturata su una base ritmica trascinante e prepotente, sulla quale una linea melodicamente nostalgica di riff accompagna i ringhiosi attacchi in blast-beat, aprendo in questo modo il vasto ed oscuro panorama di emozioni introspettive.
Quiete e tempesta si alternano anche nella successiva “Frozen Tomb”, in cui è proprio lo scream dello stesso Maggioni a dirigere l’orchestra psicologica del pezzo: sferzante e crudele ma anche variabile e calibrato, posandosi come neve nei nostri padiglioni auricolari.
Il viaggio verso la vetta circondata dalle nubi va di pari passo con la simmetrica discesa nell’io più profondo, ed il risultato è la title-track, indemoniata nella sua trasformazione da lenta litania a vera esplosione di rabbia e abbandono, anch’essa marchiata da una cerimonia orchestrale malefica e magicamente morbosa.
La capacità degli Svart Vinter è proprio quella di dare il giusto peso al binomio ira/solitudine, affiancando loro – per rimanere in terra scandinava – i passaggi più tristi, come quelli imbastiti a suo tempo da Peter Tägtgren e i suoi Hypocrisy: elementi ulteriormente amplificati in “Ritual”, quasi ipnotica e costellata da un magnifico assolo di chitarra nella parte finale.
Come il passo diventa incerto e faticoso nella salita, così si moltiplicano le domande sul nostro essere: ecco perchè “My Last Winter” rappresenta la giusta colonna sonora per questa ambivalente scoperta, con i suoi sussurri ad interrompere la furia vocale, ancora una volta protagonista del pezzo.
Siamo quasi al termine del nostro viaggio, ma manca ancora un tassello, la vera esplosione. E questa giunge con “Of Cold And Grief”, fuoriuscita con caparbietà dalla nera cima di quella spigolosa montagna, in una sorta di libera deflagrazione dei nostri pensieri più reconditi, lasciando alla conclusiva “Beneath The Night’s Cold Gaze” le briciole di un vento gelido – “Isvind” appunto, solamente accennato sullo sfondo bianco ormai privo di vita.
L’inverno nero ha deciso di scendere sulla capitale in tutta la sua furente e delicata atmosfera: lasciatevi avvolgere da freddo, ormai unico compagno costante e riflesso del tormento interiore.

TRACKLIST

  1. Torment
  2. Frozen Tomb
  3. Isvind
  4. Ritual
  5. Abyss
  6. Where The Shadows Lie
  7. My Last Winter
  8. Of Cold And Grief
  9. Beneath The Night’s Cold Gaze
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