8.5
- Band: SWANS
- Durata: 93:10
- Disponibile dal: 26/10/2019
- Etichetta:
- Young God Records
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“Right here and right now / The first night of our life/ Well, I’m somewhere in you / And I’ll never get out / Well, it’s sucking us in / My impossible friend / How is it true / That we even exist?”
Nuova compagnia per il poeta maledetto dei Cigni. Dopo la mitica trilogia degli ultimi anni (“The Seer”, “To Be Kind”,”The Glowing Man”) Mr. Michael Gira si circonda di nuova linfa: alcuni collaboratori già presenti nel progetto solista The Angels of Light come Thor Harris, Norman Westberg, Ben Frost, qualcuno dei mitici The Necks, Baby Dee e Jennifer Gira. Da qualche parte si sente anche la mitica accoppiata familiare Anna e Maria Von Hausswolff, come nel singolo apripista “It’s Coming It’s Real”, che aveva già fatto intuire le tonalità meno distorte e più folkeggianti di questa nuova formazione. E non dimentichiamo quell’uscita in sordina di quella sorta di demo-album che è stato quel “What Is This”? Frost e Gira, chitarra e voce, in un songwriting oscuro che non è nient’altro se non l’ossatura di questo nuovo “Leaving Meaning”. Lasciando il significato: riflessioni su religioni, società e culture fondate su credi, dogmi, fedi, credenze: materiali sui quali il caro crooner-filosofo-predicatore Gira lascia dice la sua.
E questo nuovo corso del folk apocalittico del mastermind non fa sconti nemmeno questa volta, lasciandoci un nuovo album che suggella lo stato di grazia dei suoi Cigni. Dal nickcaviano (quello vero, non quello dell’ultimo “Ghosteen”) tono di “Annaline”, superba apertura di questo lavoro, alla più tipica “The Hanging Man” (che sembra direttamente uscita dalla precedente trilogia) alle forme più tradizionali più elettriche e psichedelico-sacrali di “Sunfucker” (ci sono anche gli Dei Aztechi, sì), tutto collima alla perfezione in un discorso generale di sicuro fascino. “Cathedrals Of Heaven” riscopre i sentieri selvaggi dell’America, di cui già denso è sempre stato il panorama di Gira, sia con la sua creatura più grande che con gli Angel Of Light; “The Nub” apre le Porte della Percezione con le sonorità più sperimentali art-rock e sacrali verso il noise/drone; “Some New Things” (solo nella versione cd e digitale) tinteggia un art-pop più frizzantino, esulando un po’ dalla strada principale; “What Is This”, ancora una volta, si apre alle reminescenze Nick Cave/Einsturzende Neubauten, regalando uno dei capolavori del disco. Molto, ancora una volta, in questa ora e mezza di nuova musica targata Swans, che apre un nuovo corso per la creatura di Gira. Un nuovo corso che sembra sicuramente affascinante, sempre maturo, autentico e sempre ancorato ad un’armonia minimale, vocals da predicatore dell’Aldilà e sapore di vera musica contemporanea. Diceva Yeats alla fine di uno dei suoi capolavori sui cigni selvaggi di Coole: «Ma ora galleggiano sull’acqua immobile, / misteriosi, bellissimi. / Fra quali giunchi nidificheranno, / sulle sponde di quale lago o stagno / delizieranno occhi umani quando un giorno, / svegliandomi, mi accorgerò che son volati via?». Immobili come le loro armonie. Misteriosi. Bellissimi. Pronti, ancora una volta, al volo. Un disco che va goduto, riassaporato, gustato attentamente, forse più dei precedenti, ancora più stratificato, ricco (forse) e – sì – ampiamente riuscito.