6.5
- Band: SWORN ENEMY
- Durata: 00:35:13
- Disponibile dal: 13/05/2014
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Agli Sworn Enemy – e in particolare al loro frontman e leader Sal Lococo – bisogna dare un premio alla perseveranza. Nonostante tantissimi cambi di lineup e una carriera che di certo non ha regalato sempre soddisfazioni enormi, il gruppo è ancora qui, fedele ai suoi principi e ad uno stile modellato senza mai scendere a compromessi. “Living On Borrowed Time” è il quinto full-length per i newyorkesi, il primo composto senza l’apporto del chitarrista Lorenzo Antonucci, da sempre noto come il “metallaro” della band. Senza di lui, gli Sworn Enemy hanno compiuto un piccolo passo indietro, riavvicinandosi alle loro origini New York hardcore. Il thrash, base indiscussa delle ultime opere, è sempre qui, ma se sino a qualche tempo fa le chitarre erano quasi esclusivamente ispirate a dettami Slayer, ora queste sono tornate a strizzare l’occhio anche ad Agnostic Front e Madball, per una miscela che comunque rimane altamente energica. Non c’è molto da aggiungere sulla proposta attuale del quintetto: il disco sembra voler sposare l’attitudine del vecchio “As Real As It Gets” con la corposità metal dei lavori che lo hanno seguito. Il risultato finale, neanche a dirlo, suonerà in qualche modo familiare a tutti i fan della formazione. Galoppate thrash si alternano a parti hardcore in brani che come sempre ostentano l’indole sfrenata di Lococo e la sua fiera appartenenza all’underground della Grande Mela. Messaggi, slogan e invettive non aggiungono nulla a quanto abbiamo già sentito proferire da tutti gli esponenti della scena hardcore locale, ma, come accennato, si potrebbe fare lo stesso discorso per la componente musicale, che si muove inequivocabilmente su sentieri già ampiamente battuti in passato. “Living…” è, in sintesi, un album degli Sworn Enemy in tutto e per tutto: vi sono le solite ingenuità – vedi il breakdown finale di “Never Forget”, davvero tirato per i capelli – ma anche quella impagabile schiettezza che sinora ha sempre riscosso simpatia. Tutto sommato, il disco scorre, tanto che non vediamo un motivo per cui i più fedeli sostenitori dei ragazzi non debbano accoglierlo a braccia aperte.