voto
7.0
7.0
- Band: SYLOSIS
- Durata: 00:59:06
- Disponibile dal: 24/10/2008
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Dopo due EP gli inglesi Sylosis pubblicano “Conclusion Of An Age”, il loro primo full length. Il quintetto ci offre un thrash metal moderno fatto di riff secchi, ritmiche serrate, vocals in growl ma anche molte melodie di chitarra, aperture con voce pulita e momenti in cui trovano spazio anche atmosfere più rilassate e cupe. Il gruppo non inventa niente e semmai è molto abile nel mettere insieme un sacco di influenze in modo simile a quanto fatto dai canadesi Into Eternity. E’ così che nella musica dei Sylosis troviamo riff di scuola thrash classica, con riferimento a Testament, Forbidden, Metallica, arrangiamenti e melodie tipici di gruppi death svedesi quali In Flames o Soilwork e contrasti tra strofe aggressive e ritornelli ariosi alla Killswitch Engage e affini. Non mancano nemmeno digressioni nel death, classico insomma, le fonti di ispirazione sono tante e la preparazione tecnica è indiscutibile. Dopo un’intro che ricorda l’arpeggio iniziale di “When The Sun Burns Red” dei Kreator, l’opener “After Lifeless Years” ci dà una sorta di riassunto sia delle influenze sopra citate che di quanto troveremo nel disco. Riff affilati, scariche di doppia cassa alternate a fasi più pesanti, cadenzate e cantato che varia tra scream e growl, fino ad arrivare al ritornello in voce pulita. “The Blackest Skyline” è più pesante e l’impostazione thrash-death del brano arriva a toccare anche territori più estremi, uno dei brani migliori del lotto. La successiva “Trascendence” convince decisamente meno per via di un chorus in voce pulita abbastanza anonimo e scontato mentre “Reflections Through Fire” e soprattutto la successiva titletrack tornano a picchiare duro. E’ abbastanza evidente che la band se la cava meglio sulle parti più estreme rispetto a quando cerca di addolcire il sound con ritornelli catchy e mielosi, sui quali non sempre troviamo le melodie vincenti tipiche dei colleghi d’oltreoceano. Sebbene i brani siano vari al loro interno, con un guitar work della coppia Josh-Bailey sempre tagliente e ispirato anche in fase solista e un’ottima prova del batterista, non si può fare a meno di notare come alcuni brani contengano soluzioni simili, fattore forse accentuato dalla consistente durata del lavoro. Nel finale molto positiva “Stained Humanity”, brano massiccio dal taglio di matrice ultimi Exodus. Molto curati sia i suoni che l’artwork. “Conclusion Of An Age” è dunque un debutto convincente da parte di una band che, pur avendo ancora qualche aspetto da migliorare, non dovrebbe fare molta fatica a ritagliarsi un proprio spazio nella scena metal attuale.