voto
6.5
6.5
- Band: SYLOSIS
- Durata: 01:12:50
- Disponibile dal: 11/03/2011
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Usciti nel 2008 con il primo convincente full length "Conclusion Of An Age", i Sylosis si ripresentano oggi sul mercato con il nuovo "Edge Of The Earth" e con qualche novità. Il thrash/death proposto dalla band e influenzato sia dalla scena scandinava con The Haunted o Soilwork come riferimenti, da quella thrash classica nonchè dal meralcore americano, con la dipartita del cantante Jamie Graham ha cambiato pelle. Ora dietro al microfono troviamo il chitarrista Josh Middleton il quale, dotato di un growl più aggressivo e molto meno incline alle aperture melodiche in cantato pulito, ha sostanzialmente fatto allontanare la band da similitudini con i ritornelli ariosi alla Killswitch Engage e reso il sound decisamente più duro. I pezzi mediamente sono lunghi e articolati, tutti caratterizzati da un approccio tecnico di alto livello e da strutture a tratti progressive che accostano tiratissime parti dalle ritmiche serrate a frequenti stacchi, variazioni di tempo e umore. Ogni brano, vedasi ad esempio la stessa incisiva opener "Procession" o la lunga "Apparitions", è un susseguirsi di veloci riff thrashy, assoli melodici a volte armonizzati e rallentamenti con aperture più distensive le cui melodie sono affidate non più tanto alla voce ma quasi unicamente alle chitarre. La prova del cantante è buona ma si scontra con quello che si può definire il principale difetto della band inglese: la ripetitività delle proprie composizioni, linee vocali comprese. Il songwriting infatti, pur essendo ispirato, tende a riproporre piuttosto costantemente gli elementi sopra accennati e i brani non risultano molto dissimili fra loro. Questo è reso ancorpiù evidente dalla eccessiva durata complessiva del lavoro. Settantadue minuti sono troppi per un disco di questo tipo, anche per via dei limiti di variabilità stessi del genere proposto. L’impressione è dunque che una selezione dei nove-dieci pezzi migliori avrebbe reso il tutto meno prolisso e avrebbe permesso di meglio apprezzare le qualità di una band che ha tutti i numeri per fare molto bene.