7.0
- Band: SYLOSIS
- Durata: 00:27:54
- Disponibile dal: /01/2008
- Etichetta:
- In At The Deep End
- Distributore: Andromeda
Procedono a piccoli passi, i Sylosis. Autori di un EP di debutto nel 2006, “Casting Shadows”, i cinque ragazzi inglesi si riaffacciano ora sul mercato non con un full-length – come invece era facile ipotizzare – ma con un secondo EP della durata di poco meno di mezz’ora, “The Supreme Oppressor”. Poco male, comunque, visto che il lavoro, pur essendo breve, offre parecchio materiale di qualità e riesce a palesare al meglio l’evoluzione intrapresa dalla band nell’ultimo biennio. Cresciuti sia a livello tecnico, sia compositivo, i Sylosis danno in pasto ai loro fan sette nuove tracce di un thrash-death melodico e tecnico, che annovera fra le sue principali influenze i The Haunted di “Made Me Do It”, i vecchi Arch Enemy e alcune realtà più moderne come All That Remains e Into Eternity. Evidente la maturazione della band sin dalle prime battute dell’opener “Manipulation Through Idols” (preceduta dall’intro-title track): un riffing veramente ispirato, violento e agile al tempo stesso, funge da base ideale per il cantato aggressivo di Jamie Graham (per la cronaca, boss della Siege Of Amida Records) e per una serie di finezze chitarristiche che, una volta tanto, arricchiscono il pezzo, piuttosto che risultare solo un noioso sfoggio di tecnica. La successiva “Visions Of Demise” mette invece in mostra il lato più roccioso del quintetto, proponendo numerosi riff da headbanging su ritmiche semplici e quadrate. Il resto della tracklist vede la band mescolare queste due formule, dando inoltre spazio ad alcuni break più atmosferici del solito, nei quali Graham si produce anche in un cantato pulito niente male… assai sentito e tutt’altro che frivolo. Detto di una produzione assolutamente notevole, non ci resta infine che raccomandare i Sylosis e questo loro “The Supreme Oppressor” a chiunque sia in cerca di sonorità thrashy e melodiche, ma lontane dal metal-core imperante.