7.5
- Band: SYMPHONY X
- Durata: 01:46:54
- Disponibile dal: 13/11/2001
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Universal
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Il “Live At The Edge Of Forever” è il primo disco dal vivo dei Symphony X ed è stato registrato tra l’Ottobre 2000 ed il Giugno 2001, durante il tour europeo di supporto a “V: The New Mythology Suite”. Si tratta di un doppio CD, che appare come una sorta di compromesso tra il desiderio di dare testimonianza dal vivo del loro album più recente e l’esigenza di riportare anche brani tratti dai loro dischi precedenti, che mai avevano avuto ancora l’occasione di essere registrati per un album dal vivo. Da ciò consegue dunque la curiosa composizione della tracklist: il primo disco, infatti, è quasi interamente dedicato appunto alla “The New Mythology Suite”, che però viene ad un certo punto interrotta arrivati a “The Death Of Balance”, privandola di tutta la parte finale. In quest’ultimo brano, viene poi dato un accenno a “Candlelight Fantasia”, concludendo la prima parte con “The Eyes OF Medusa”. Il secondo cd prosegue sulla scia intrapresa al termine del primo, proponendo sei brani, tutti tratti da “The Divine Wings Of Tragedy” e “Twilight In Olympus”: superfluo precisare come questa sia in realtà la parte più interessante del disco, perchè nel primo CD in realtà questa trasposizione dal vivo di “The New Mythology Suite” non aggiunge granchè a quanto si era potuto ascoltare nell’album, salvo la conferma (nel caso ce ne fosse bisogno), della bravura tecnica dei musicisti. La prima parte del secondo CD, apre dunque una sezione nella quale vengono riproposti alcuni tra i pezzi più prog di “Twilight In Olympus”, quali Smoke And Mirrors”, Church Of The Machine” (della quale è omessa la parte iniziale) e “Through The Looking Glass”. Il finale, è invece tutto affidato al capolavoro “The Divine Wings Of Tragedy” (anche qui viene omessa la parte iniziale con i cori), preceduto da “Of Sins And Shadows” e “Sea Of Lies”. Ci saremmo aspettati in verità almeno una “The Accolade” (del resto il timing del disco lo consentiva), ma è strano osservare come non sia stato dato spazio a nessun brano tratto dai primi due album, che pure avrebbero meritato: tra l’altro, persino il titolo dato al live allude a “The Edge Of Forever”, una traccia inclusa in “The Damnation Game”. Ad ogni modo, nel complesso si tratta di un buon live, che forse sarebbe riuscito meglio con qualche classico in più rispetto all’ampio spazio dato invece al nuovo album, ma che ha consentito finalmente di dare testimonianza della band di Micheal Romeo on stage anche a chi non aveva mai avuto modo di vederli dal vivo, offrendo così un’occasione di potersi godere i loro brani accompagnati dal calore e dalla partecipazione del pubblico.