8.0
- Band: SYMPHORCE
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Metal Blade Records
Non avevo mai sentito nulla dei Symphorce prima d’ora, e devo dire che questo “Phorcefulahead” è stato una graditissima sorpresa, che mi ha chiarito le idee sulle potenzialità del gruppo e su quanto questi cinque ragazzi potranno fare di buono in futuro. Il sound che i nostri presentano in questo disco è piuttosto mutevole e variegato, tanto da risultare originali quanto basta per meritare un ascolto, a prescindere dalla qualità; nei dieci pezzi di questo disco si intrecciano in una perfetta alchimia metal classico, power metal roccioso di scuola americana (anche se i Symphorce sono tedeschi), soluzioni più rallentate (a volte al confine col doom) e un’eco di sonorità più moderne (e pensare che la bio li definisce melodic power metal, folli!!!). Sin dall’arpeggio iniziale di “Speak My Mind” è impossibile non notare come i Nevermore (qui rivisti in chiave più contenuta) siano una delle principali influenze del gruppo (la voce del cantante sovente è vicina a tonalità molto care a Warrel Dane), mischiati sapientemente a sonorità più classiche, che rimandano al vecchio heavy metal, con i soliti gruppi da cui vengono attinte le sonorità (Iron Maiden su tutti). “Unbroken” e “Slow Down” sono poi due canzoni assolutamente stupende ed accattivanti al punto giusto (i ritornelli sono uno dei punti di forza dei nostri, ma niente strane idee: niente cose che rimandino al power metal melodico, anche qui è molto forte l’influenza dei Nevermore); “Longing Home” comincia con un riff tipicamente doom, anche se non pesante ed opprimente come sovente accade in questo genere (to’, i Pentagram, anche loro, hanno influenzato il sound dei Symphorce a quanto pare!), per poi defluire in una grande canzone, in cui ancora una volta in evidenza è il bravo Andy Franck. Rilevante e particolare è anche la successiva “Moving In Circles”, mentre nella seguente “Falling Through Again” possiamo notare, come anche avevamo avuto occasione di fare in passato, che il poliedrico e bravo Franck annovera anche il timbro vocale di Bruce Dickinson nel proprio DNA… alle sue spalle, intanto, gli altri componenti del gruppo sono dediti, in questo pezzo, a soluzioni di stampo progressive. Il disco è quasi finito, e per concludere voglio citare ancora le ultime due perle che si trovano in fondo a “Phorcefulahead”: sto parlando di “Rage Of Violence” e “Nothin’ Left”, la prima che presenta ancora una volta un emozionante refrain, e la seconda, anch’essa con un chorus dal piglio giusto, che stupisce ed affascina per le sue soluzioni più moderne e fuori dall’ordinario. Ho finito: ascoltate la mia voce, e correte a fare vostro questo “Phorcefulahead”! Sono certo che ne risentiremo parlare in futuro, questi cinque tedeschi hanno classe da vendere…