7.0
- Band: SYNTHPHONIA SUPREMA
- Durata: 00:50:42
- Disponibile dal: 26/02/2010
- Etichetta:
- Rock It Up Records
- Distributore: Andromeda
Spotify:
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E’ finalmente tempo per i nostrani Synthphonia Suprema di tornare alla ribalta, a distanza di ben quattro anni dalla pubblicazione del più che sufficiente debutto “Synthphony 001”. Questo nuovo “The Future Ice-Age” ricalca per la maggior parte lo stile ben definito del suo predecessore, ovvero un power metal sinfonico sporcato da abbondanti accenni thrash ed incentrato sull’uso e l’abuso dei sintetizzatori. Rhapsody Of Fire, Dragonforce e Children Of Bodom paiono essere ancora i riferimenti di spicco di Dany All e compari, che restano fautori di sonorità epico-neoclassiche, alquanto pacchiane e dotate di abbondanti caterve di melodia ed elettronica. La band è però parecchio maturata, sia sotto il punto di vista dell’immagine – sempre un po’ sopra le righe ma ora decisamente accettabile – sia soprattutto sotto il profilo compositivo, dove una maggiore consapevolezza e una piena inquadratura del sound permettono di giudicare in maniera del tutto positiva un album che avrebbe potuto facilmente far storcere il naso. Sebbene la partenza non sia delle migliori, con “Dominatron” e “I, Storm” carine ma piuttosto banali, “The Future Ice-Age” sale di qualità in un piacevolissimo crescendo, guidato dal magistrale mid-tempo malinconico “Iced Waterfalls” e dalle trascinanti “Electrodoom” e “Future Ice-Age”, brani che non possono lasciare indifferenti gli amanti delle sonorità potenti, opulente e melodicamente roboanti; così come non lascia indifferenti l’incedere crepuscolare della toccante “Synthetic Aurora”, poi riproposta pure in chiave orchestrale attraverso la bonus-track “Aurora Symphonica”. I Synthphonia Suprema sanno anche essere malvagi, a tratti, ma è quando si lanciano in power-cavalcate irrefrenabili, con i synth e le chitarre lasciate a briglia sciolta, che sfoderano il repertorio migliore. L’operato del vocalist Matkracker è praticamente scevro da difetti, con una bella scelta di linee vocali ed un netto miglioramento dell’inglese. Chorus che restano in testa facilmente, riffing vario quel che basta, una produzione coi fiocchi e tutto sommato, quindi, un lavoro che è in grado di divertire ed in parte anche esaltare. Gruppo da seguire con attenzione.