7.5
- Band: TANITH
- Durata: 00:43:20
- Disponibile dal: 21/04/2023
- Etichetta:
- Metal Blade Records
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Dopo l’ottimo “In Another Time”, pubblicato nel 2019, avevamo perso le tracce dei Tanith, interessantissimo progetto di Russ Tippins dei Satan, che omaggiava con grande classe la scuola hard rock e proto-metal degli anni Settanta. Le ragioni di questa assenza sono molteplici e rendono immediatamente chiara il motivo che ha portato solo oggi alla pubblicazione di “Voyage”: la prima causa, ovviamente, è stata pandemia, che ha diviso geograficamente la band, con Russ Tippins bloccato nel Regno Unito e il resto della band negli USA. Molte formazioni sono riuscite a trasformare il loro metodo di lavoro, scambiandosi file da remoto e avvalendosi di tecniche di registrazione più o meno casalinghe, ma i Tanith sono una band totalmente votata all’analogico e hanno preferito attendere di essere di nuovo riuniti in sala prove e in studio per dare vita al loro secondo album. Se questo non fosse già sufficiente, a complicare le cose c’è stato l’abbandono di Charlie Newton, il secondo chitarrista della band, figura centrale nell’economia di una band che fa delle chitarre gemelle il suo punto di forza.
Per nostra fortuna, però, Russ e compagni si sono rimboccati le maniche e ci hanno finalmente consegnato il perfetto successore di “In Another Time”. Il sound dei Tanith è rimasto pressochè invariato, facendo, se possibile, un ulteriore balzo indietro nel tempo: se all’epoca del debutto, infatti, avevamo citato Thin Lizzy, Wishbone Ash, ma anche qualche sprazzo di N.W.O.B.H.M., in “Voyage” troviamo echi di Deep Purple, Uriah Heep, primi Rush, fino addirittura ai vecchi Fleetwood Mac. Ancora una volta, la band ci regala una manciata di canzoni fresche ed eleganti, e al tempo stesso totalmente votate al passato remoto del nostro genere. Russ si è fatto affiancare per l’occasione da un nuovo chitarrista, Andee Blacksugar, non ancora un membro ufficiale della band, ma decisamente integrato per stile e sonorità, e ha confermato anche la formula vincente della doppia voce, maschile e femminile, che avevamo già apprezzato nel debutto. L’amore per il passato risulta evidente anche nella produzione e nella lavorazione dell’album, che, come ha dichiarato lo stesso Tippins con un certo orgoglio, non ha ricevuto alcun processo di digitalizzazione, per un risultato finale che, almeno nella versione in vinile, potrebbe essere figlio del 1975 o giù di lì. Non possiamo chiudere, infine, senza fare un cenno all’ottimo uso delle chitarre acustiche che, anche nei brani più diretti o graffianti, rimangono comunque a fare da tappeto, dando un tocco folk ad ogni composizione, in un incontro di generi che, esattamente come succedeva negli anni Settanta, riesce a far convivere realtà molto diverse senza barriere o steccati di sorta. “Voyage” forse non ci avrà sorpreso quanto l’inaspettato debutto, ma i Tanith con questo disco hanno confermato tutte le impressioni positive di quattro anni fa. Se avete amato “In Another Time”, questo ritorno discografico dei Tanith non potrà che riaccendere il vostro entusiasmo. Bentornati!
