6.5
- Band: TARCHON FIST
- Durata: 00:50:19
- Disponibile dal: //2008
- Etichetta:
- My Graveyard Productions
- Distributore: Masterpiece
Nell’underground italico il nome di Luciano Tattini è piuttosto conosciuto, essendo costui uno dei membri fondatori dei Rain, una tra le band più longeve in ambito heavy italiano. Ora Luciano, abbandonati i Rain, riparte da questi Tarchon Fist che di diverso dalla storica band hanno giusto il monicker. Questo che ci apprestiamo a recensire è il debutto sulla lunga distanza dei bolognesi e, sembra quasi inutile dirlo, trasuda metallo da tutti i pori. La ricetta è piuttosto classica e tende ad abbinare sonorità tipicamente NWOBHM con l’hard rock ottantiano ed il power metal di matrice europea. Il risultato finale è piuttosto altalenante, soprattutto a causa di un songwriting non sempre all’altezza delle aspettative. Le performance dei singoli musicisti sono discrete ma, come prevede il genere, il tasso tecnico non è elevatissimo. Da segnalare la prova di Luigi Sangermano dietro al microfono che raramente tenta di strafare ed eccedere in acuti che non appartengono alle sue corde vocali. La sezione ritmica compie appieno il suo dovere mentre grande enfasi è data alle chitarre di Martelli e dello stesso Tattini. L’album parte con “Metal Detector” che deve più di qualcosa ai White Skull, grazie ad una struttura piuttosto rocciosa e coesa ma che comunque non difetta di melodia. La successiva “It’s My World” assume coordinate maggiormente hard rock, mentre “Footbal Aces” è un anthem piuttosto banale e scontato ed il testo è una lode agli azzurri campioni del mondo. Quando i nostri vogliono esplorare il versante più rockeggiante della loro musica, come in “Black Gold Fever” o in “Doc Hammer”, finiscono per ricordare pesantemente gli Skid Row di “Slave To The Grind”. Insomma, pur non inventando nulla ed anzi attingendo a piene mani dal passato, i Tarchon Fist si lasciano ascoltare piuttosto volentieri. Peccato che l’album soffra di alti e bassi notevoli, altrimenti ne staremmo parlando con ben altra enfasi. Band comunque da tenere d’occhio ed album consigliato agli amanti delle sonorità più classiche ed orecchiabili.