
8.5
- Band: TEITANBLOOD
- Durata: 00:51:58
- Disponibile dal: 28/03/2025
- Etichetta:
- Norma Evangelium Diaboli
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Si torna finalmente a parlare sulle nostre pagine dei Teitanblood, compagine spagnola tanto avara nel numero di uscite discografiche quanto generosa nella qualità intrinseca delle suddette. “From The Visceral Abyss” è infatti solamente il quarto full-length ufficiale rilasciato in oltre venti anni di carriera, e segue di ben sei anni quel “The Baneful Choir” che aveva segnato un picco qualitativo altissimo nella storia dei Nostri, pronti ed agguerriti a segnarne uno ancora più alto tramite la musica contenuta nell’ultimo arrivato.
Il tempo trascorso infatti, non è certo stato speso invano: è servito piuttosto ad elaborare un’opera infernale dalla profondità e dalla portata assolutamente imponenti. Reggetevi forte, quindi, e preparatevi ai violenti scossoni di “Enter The Hypogeum”, prima scheggia impazzita dalle velocità folli e dai toni funerei con cui veniamo accolti alle porte dell’Inferno: salta subito all’orecchio la densa e ripugnante pasta sonora elaborata per l’occasione, una fusione inconcepibile tra i conati bestiali dei primi lavori e le complesse stratificazioni sonore di “The Baneful Choir”, sorretta da un drumming spietato e delle chitarre letali che non lasciano mai lo spazio per respirare e riprendersi.
Il disegno generale poi si fa ancora più ampio con “Sepulchral Carrion God”, che introduce all’inizio e alla fine degli statuari tempi lenti capaci di mettere i brividi, squarciando l’atmosfera tesa venutasi a creare con delle rapide incursioni selvagge da capogiro.
È tempo quindi per la title-track, un’altra lunga invocazione dove i Teitanblood continuano ad aggiungere ed ampliare scenari musicali raccapriccianti: in questo caso, inizia a svilupparsi una vena melodica del tutto deviata, perversa, perfetta per lo scopo, destinata ad infrangersi sui latrati infernali del breve intermezzo “Sevenhundreddogsfromhell” e continuare ancora più sfacciata nella successiva “Strangling Vision”, forse il brano più ‘accessibile’ del disco a livello musicale, ma funestato da una prestazione vocale semplicemente magniloquente ad opera di NSK.
Pensare che un tale sabba abissale, così composito e variegato, venga evocato solamente da una voce fa molto riflettere circa lo studio e le doti interpretative che sottendono “From The Viscersal Abyss”, sia alla voce che a tutti gli altri strumenti, rimarcando un grado di unicità degli spagnoli davvero inattaccabile.
“And Darkness Was All” torna stilisticamente alle prime battute dell’album, mentre i quindici minuti di “Tomb Corpse Haruspex” racchiudono magistralmente tutto quello che la band è riuscita ad evocare con questo lavoro: il brano, baciato da trovate geniali dell’effettista CG Santos, si prospetta come un allucinante compendio finale di questa avventura, un lungo calvario che contiene all’interno la velocità, la crudezza, l’atmosfera e la complessità presentate da questo album, tutte in un unico pezzo.
Come un antico grimorio medievale, “From The Visceral Abyss” non dispiega da subito tutta la sua potenza e le sue ramificazioni malefiche: è un lavoro che richiede studio, attenzione e disciplina, ed ecco che così saprà rivelare le innumerevoli sfaccettature e forme che possiede, sprigionando un sentore malefico che non trova ad oggi degni rivali. Immenso.