7.5
- Band: TEKSTI-TV 666
- Durata: 00:31:40
- Disponibile dal: 07/09/2018
- Etichetta:
- Svart Records
- Distributore: Audioglobe
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Finlandia, terra di laghi e… psichedelia! Suoni onirici e ‘drogati’ sembrano essere il comune denominatore degli album sfornati dall’intraprendente Svart Records, label che tiene alto il vessillo dell’underground e dell’editoria discografica votata alla qualità e alla ricerca di gruppi dalla forte personalità. Se gli Oranssi Pazuzu sono probabilmente la band di punta di casa Svart, attorno a costoro si fanno notare a cadenza regolare altri musicisti di buone prospettive. I Teksti-TV 666 si propongono con la forza di ben quattro chitarre, un’esperienza maturata in sede live piuttosto cospicua (si segnala nel 2016 un tour finlandese di spalla agli Kvelertak), cantato in lingua madre finnica e un gusto tutto loro per gli accostamenti bizzarri. La tracklist vive di una beata destrutturazione che spinge la band a movimenti ampi ed energici, un rock’n’roll luminescente e corposo venato di influenze riconducibili, in ultima analisi, a tutta quelle correnti sonore capaci di richiamare un’idea di viaggio, esplorazione, che sia dentro se stessi o in un altrove immaginifico poco importa. Il piacere della schitarrata prolungata all’infinito, della fiumana strumentale apparentemente priva di un punto d’arrivo predeterminato, accompagna lungo un album funambolico, che mette sulla stessa lunghezza d’onda garage punk, krautrock, metal, shoegaze, indulgendo il più possibile su note alte e beate.
Una sprezzante allucinazione positiva prende possesso di una canzone come “Aidattu Tulevaisuus”, ricondotta a un pizzico di raziocinio giusto dal battere dei tamburi su cadenze post-punk, mentre linee chitarristiche e voce avvampano di un’estasi quasi giocosa. La dirompente focosità chitarristica trascina su ritmi tanto indiavolati quanto divertiti, il cantato finlandese aggiunge assurdità a un insieme che mantiene una sua coerenza di fondo e compattezza anche se, in fin dei conti, si muove nella direzione di un’allegra pazzia. Al crescere della durata, le canzoni si aprono a cadenze ancora più aperte, che prevedono al loro interno delle fasi assimilabili a impetuose, febbrili, jam-session. Le piene strumentali di “Rauhankone” e “Katko” assecondano appieno le pulsioni psichedeliche del sestetto, che in questi due casi si disimpegna in strutture più elaborate e, a intermittenza, più calme.
Ci si perde in sogni coloratissimi e colmi di un’ebbra estasi, ricalcata da arrangiamenti vocali (per la sola “Rauhankone”) che in metrica e timbro si rivolgono a noi con toni da filastrocca. L’effettistica gioca un ruolo fondamentale nel portarci a una sensazione di distacco dalle cose terrene, verso una leggerezza surreale, piacevolmente straniante. “Aidattu Tulevaisuus” si compiace della propria stranezza ma non dimentica un impatto massiccio inguaribilmente hard rock. La presa sull’ascoltatore rimane ferma e sicura, e si arriva in fondo quasi senza accorgersene, messi sotto scacco dai guizzanti arcobaleni chitarristici. Disco di difficile catalogazione, altamente consigliato a chi segue con attenzione le commistioni fra metal e psichedelia e non si perde un’uscita marchiata Svart Records.