7.5
- Band: TEMPERANCE
- Durata: 01:02:35
- Disponibile dal: 09/16/2016
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Una pallina impazzita. Così ci piace descrivere la carriera (e forse un po’ anche la musica) dei Temperance. Usciti a tutta birra dalla rampa di partenza di un chiassoso flipper chiamato ‘modern heavy metal’, questa splendente e dinamica biglia di metallo è schizzata verso il cielo col debutto “Temperance”, è rimbalzata senza sosta tra i piani superiori grazie all’energia del successivo “Limitless” e si è diretta – senza rallentare un attimo – nella parte inferiore del gioco, con tutta la velocità e l’inerzia acquisite. A questo punto però occorreva colpire la biglia con i respingenti, le famose levette azionate dai bottoni laterali, per indirizzarla verso nuovi lidi, in modo da raccogliere altri punti… una cosa che Pastorino, Tricarico, Negro e Capone hanno effettivamente fatto. “The Earth Embrace Us All” infatti rappresenta proprio questo, l’ingresso della immaginaria biglia Temperance in una nuova zona del nostro ‘modern metal flipper’, un disco che esplora nuovi territori di sound definito, traducendone in musica le varie evoluzioni e rimbalzi. E cambiano davvero molte cose, in questo “The Earth Embrace Us All”, di questo ci si accorge proprio subito. Cambia l’approccio vocale del chitarrista Pastorino, su questi brani molto più variegato, al punto quasi di sembrare sguaiato e ‘fuori fuoco’ in alcuni scream più estremi. Cambia l’apporto della Tricarico, qui chiamata in causa con vocals più chiuse, spesso più basse, ma dotate anche qui di una versatilità che prima era assente. Cambia l’irruenza delle canzoni, quell’urgenza diretta e affamata che viene sostituita qui da momenti più lunghi e meditativi che trovano la propria sublimazione nella conclusiva suite “The Restless Ride” o nella comunque diluita “Advice From A Caterpillar”, otto minuti di divagazioni progressive per il gruppo italico ancora inesplorate. Diminuisce l’energia, forse, e di sicuro pare accantonato quell’incontenibile senso di dinamismo che animava “Limitless”; ma è anche vero che su “The Earth Embraces Us All” si aprono enormi spazi per provare cose ancora intentate, come un primo ingresso nell’alternative in lingua italiana all’altezza dell’atipica “Maschere” oppure la decisione di introdurre le curiose divagazioni folk presenti nella bella “Unspoken Words”. Rimangono certo alcuni elementi fondamentali, come gli spaziali arrangiamenti di Capone, oppure gli ammiccanti synth modernisti sparsi qui e là, ma anche questi elementi comuni si rivestono in questi brani di un sapore diverso, da un lato più maturo, dall’altro forse meno spontaneo, anche se non meno genuino. A conti fatti, non ci sentiamo di alzare o di abbassare di una tacca la nostra personale asticella con il voto: “The Earth Embraces Us All” è un disco con una mano di carte diversa da quella di “Limitless”, e quindi il gioco cambia. La sensazione che però abbiamo noi è che questo nuovo, più sfaccettato, lavoro abbia le stesse chance di piacere ad un numero comparabile di persone del precedente, tiratissimo, “Limitless”. E nel frattempo, mentre scriviamo tutto ciò, la biglia impazzita dei Temperance rimbalza su un altro piano, scendendo di nuovo verso il basso, in attesa che un altro colpo di respingente la mandi da qualche altra parte. Si sono scelti un gioco forse rischioso, questi ragazzi, ma finché la pallina non cadrà nella temuta buca, siamo sicuro che il nome dei Temperance continuerà a viaggiare senza conoscere rallentamenti.