7.0
- Band: TEMPLE GUARD
- Durata: 00:20:00
- Disponibile dal: 03/09/2024
Spotify:
Apple Music:
Con il loro nuovo EP “Morbid Sacrament”, i Temple Guard consolidano ulteriormente la loro posizione nel panorama (underground) del metalcore più corrosivo e tradizionalista. Composto da cinque tracce, il mini ci mette davanti a un nuovo tuffo in certe radici della fusione tra metal e hardcore tardo novantiana, con sonorità e atmosfere che anche questa volta ricordano soprattutto band seminali come Integrity, Day Of Suffering e Arkangel.
Sin dall’inizio, l’EP si presenta come un affresco apocalittico, in linea con l’ormai consueto concept della band inglese, dove visioni distopiche e un rigido veganismo militante si fondono per creare un mondo sonoro dove non sembra esistere alcun barlume di speranza per il futuro dell’umanità.
Ciò che distingue “Morbid Sacrament” dal debut “Spear of the Revenant” è l’inserimento, su un substrato già di per sé particolarmente metallico, di influenze black metal che emergono attraverso riff in tremolo e un’atmosfera ancora più tesa rispetto a quanto riscontrabile sull’esordio. Questa vena ‘blackened’ non solo dona un ulteriore tocco di intensità e veleno, ma in certi casi porta anche a una maggiore ricchezza a livello di struttura delle tracce, con cambi di registro più netti e, in generale, un approccio più libero sia sul fronte ritmico che su quello chitarristico.
La brevità dell’EP gioca anche in questa circostanza a favore della band, che riesce a concentrare le proprie idee in episodi compatti ed efficaci, evitando cali di tensione. Ogni traccia è un’esplosione ben calibrata, in cui non manca la solita aggressività, ma dove appunto si rintraccia un’attenzione maggiore alle dinamiche e alle atmosfere.
Per chi ha apprezzato “Spear of the Revenant”, “Morbid Sacrament” rappresenta tutto sommato un’evoluzione naturale: l’influenza black metal non snatura il sound dei Temple Guard, ma lo arricchisce e lo rende più graffiante, offrendo un’esperienza d’ascolto ancora più immersiva e oscura. Nonostante le influenze chiaramente riconoscibili, il gruppo cerca qui di mantenere una propria identità e al contempo di mescolare le carte aprendo a nuovi possibili sviluppi, i quali potrebbero condurre verso uno stile ancora più distinto. Restiamo in attesa di un full-length per valutare definitivamente le potenzialità della formazione.