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- Band: TEN
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
I Ten colpiscono ancora! Proprio così, arrivati al sesto album questo splendido gruppo, formato da ‘gentiluomini’ inglesi, riesce ancora a regalare ai propri fans un disco splendido in cui è racchiusa tutta la loro magia e le loro splendide melodie che li hanno resi famosi fra i classic metallers europei. Il disco complessivamente risulta essere il più maturo finora composto dalla band, il risultato di una giusta armonia tra “The Name Of The Rose”, il più melodico e di maggior successo, e “Spellbound”, quello forse più energico. Caratteristiche che possono indubbiamente conferire a “Far Beyond The World”, il titolo di capolavoro del genere hard rock melodico. “Glimmer Of Evil” apre la strada verso le magiche atmosfere dell’album, facendoci tornare immediatamente in mente il gia citato “Spellbound”, con le classiche chitarre di John e Vinny in grande evidenza soprattutto negli assoli, brevi e concisi ma frequenti. I quasi sei minuti della opening-track sembrano volati e gia ci troviamo ad ascoltare un brano che farà felici tutti i più veri appassionati di classic rock: ”Strange Land”. Si va avanti alla grande con “High Tide” uno dei brani più tirati del disco a cui sarà impossibile resistere, soprattutto se si riuscirà ad apprezzare le grandi doti tecniche dei due chitarristi. In un disco del genere non potevano mancare di certo i lenti; e così con “What About Me?” vengono accontentati tutti, tradizionalisti e non. E’ davvero gratificante poter recensire un album come questo, dove ogni canzone ha qualcosa di speciale, qualcosa di cui poter parlare, e così anche il quinto brano “Last Of The Lovers” non potrà che allettare le vostre orecchie. Davvero un gran bel disco dicevo, considerando poi che il pezzo più corto dura poco più di cinque minuti capirete che questi Ten non scherzano affatto, e non lo hanno mai fatto. Con “Outlawed And Notorious”, probabilmente la canzone migliore dell’intero album, si rientra, e di corsa, nei canoni più propriamente hard rock a cui i Ten ci hanno abituato, così come sono sicuro che non riuscirete a resistere al ritornello di “Scarlet And The Grey”. “Heart Like A Lion” è semplicemente stupenda, non c’e’ bisogno di aggiungere altro, mentre “Black Shadows” risveglia i nostri vecchi cuori di duri rockers. Tralasciamo “Who Do You Want To Love?” l’unico brano la cui assenza sarebbe stata più gradita, per passare direttamente alla title track “Far Beyond The World”, brano dal ritmo lento, ma aggressivo in quanto a sound e feeling. Così finisce un album che definire semplicemente bello sarebbe un peccato, perché racchiude tutto quello che in molti hanno perso, e poche band oggi sanno dare le stesse emozioni con il ritmo incredibile a cui ci hanno abituato questi sei, non più giovani, inglesi, riuscendo a non perdere quella raffinatezza che davvero in pochi sanno offrire, che li contraddistingue fin dall’inizio. Una cosa è certa, per me i Ten rappresentano realmente l’ultima vera grande band proveniente dalla vecchia e gloriosa Inghilterra dai tempi dei maiden a questa parte.