7.5
- Band: TEN
- Durata: 00:58:00
- Disponibile dal: 09/11/2018
- Etichetta:
- Frontiers
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A distanza di poco più di un anno da “Gothica”, i Ten sono già pronti con un nuovo studio album, intitolato “Illuminati”. La line-up è la stessa, ormai consolidata (è il quarto album con questa formazione), nella formula con tre chitarristi, di cui due solisti (Dann Rosingana e Steve Grocott) e uno ritmico (John Halliwell) e un tastierista (Darrel Treece-Birch), oltre alla sezione ritmica, nella quale sono confermati Max Yates (batteria) e Steve McKenna (basso) e, ovviamente, Gary Hughes alla voce. A maggior ragione, dunque, la band prosegue sulla scia degli ultimi lavori, senza significativi stravolgimenti, ma proponendo come sempre un rock raffinato e dalle squisite melodie. C’è ampio spazio per lunghi ed ispirati assoli nelle dieci canzoni che compongono l’album (del resto, con due chitarristi solisti, ci saremmo stupiti del contrario) ma tutto è sempre funzionale ai brani, caratterizzati da arrangiamenti molto ben curati nei minimi dettagli.
Scorrendo la tracklist, ci si accorge come il disco sembri evocare quasi un viaggio tra diverse epoche e situazioni: si spazia dalle battaglie vichinghe della bellissima “Shield Wall” agli stati più introspettivi di “The Esoteric Ocean”, ripercorrendo epoche antiche con le fanfare epiche di “Jericho” e l’emozionante “Rosetta Stone”, per non parlare delle atmosfere esoteriche della titletrack. Insomma, l’album riesce ad essere vario e suggestivo, grazie anche ad un songwriting alquanto ispirato: certo, talvolta, quando si punta troppo sulle melodie, si corre sempre il rischio di incorrere in quella classica sensazione del ‘già sentito’ e questo effetto lo abbiamo avuto in modo particolare con la titletrack e con “Heaven And The Holier Than Thou”, che ci hanno ricordato in effetti alcune altre canzoni in diversi passaggi. Non sempre è così, però, anzi, si può notare come in fondo ai Ten basti a volte una semplice melodia per costruire bellissime canzoni che poi si fa fatica a togliersi dalla testa, come nel caso di “Of Battles Lost And Won”, giusto per fare un esempio. Naturalmente, i Ten sanno anche puntare su brani più carichi di grinta, come nel caso di “Be As You Are Forever” e “Mephistopheles”, dove la band mostra il suo lato più decisamente rock, o come nella brillante “Exile”.
Buon disco, dunque, con una tracklist che scorre gradevolmente, senza cali o riempitivi e che riteniamo non deluderà chi apprezza e segue da tempo la band britannica.