7.0
- Band: TENEBRA (BO)
- Durata: 00:40:54
- Disponibile dal: 29/04/2022
- Etichetta:
- New Heavy Sounds
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Dalle periferie malfamate e dalle paludi cariche di misteri voodoo di Bologna arriva una band composta da una ammaliante sacerdotessa e dai suoi accoliti/musicisti, pronta a effettuare la sua cerimonia di tributo alla luna piena. Stiamo parlando dei Tenebra, che escono con il loro nuovo “Moongazer” per la New Heavy Sounds.
Dopo essersi autoprodotti il primo “Gen Nero”, il quartetto composto da Claudio al basso, Emilio alla chitarra, Mesca alla batteria e Silvia alla voce, ha quindi avuto modo di provare, sperimentare ma soprattutto tributare un certo tipo di musica. Sono innegabili le influenze – oltre che di tutto lo stoner e il rock psichedelico moderni – anche dei Black Sabbath (cosa vi ricorda quello stacco su “Space Child”?) e non è un caso che nella presentazione del disco si parli di Graveyard, Witchcraft e Kadavar, con l’aggiunta di quella che noi definiremmo una sana spruzzata di Led Zeppelin.
Nati attorno al centro sociale Atlantide Occupata nella capitale emiliano-romagnola, i Nostri si possono oltretutto fregiare di due importanti collaborazioni: l’assolo di Gary Lee Conner degli Screaming Trees su “Moon Maiden” e la spettacolare copertina di Marcello Crescenzi, che dà al disco quel tocco di ‘Loggia Nera’ raggiungibile solo seguendo una certa pista nel bosco tra i sicomori. Ed è innegabile l’attitudine con la quale questi quattro musicisti esprimono tutto il loro amore per la distorsione e la psichedelia, sin dalla opener “Carry My Load” fino alla finale “Moon Maiden”, passando per gli stilemi più classici del genere a trovate personali come quelle udibili nella già citata “Space Child”. Se la prima parte del disco è impostata in modo piuttosto ‘standard’, è proprio dalla sesta traccia in poi che la band riesce a sparare le sue cartucce migliori, basandosi soprattutto su strumenti ‘non convenzionali’ come il mellotron e il sax, che donano alle composizioni una particolare aura di fumo e mistero.
Non che le prime cinque tracce siano da scartare, con “Carry My Load” che sembra essere uscita direttamente da un saloon raccontato nei romanzi del compianto Valerio Evangelisti (giusto per restare in tema di bolognesi importanti) e “Black Lace”, che nel suo oscuro incedere con i synth di Emilio sembra raccontare l’arrivo della Nera Signora, ma crediamo che il meglio venga dato proprio nelle tracce successive e conclusive. Per terminare questa ‘messa nera’, quindi, non possiamo che invitarvi a dare un ascolto a questo interessante lavoro in grado di acchiappare anche chi non è proprio avvezzo al metal. Ai Tenebra va sicuramente riconosciuta la capacità di star riuscendo – insieme ad altre formazioni più o meno underground -a far filtrare anche in Italia un certo tipo di sound, e a loro va il nostro incoraggiamento a provare, sperimentare e osare di più in attesa di vederli dal vivo a celebrare la loro oscura invocazione.