7.0
- Band: TERAMAZE
- Durata: 01:06:00
- Disponibile dal: 21/06/2019
- Etichetta:
- Mascot Records
- Distributore: Edel
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I Teramaze erano andati alquanto veloci da quando il loro leader Dean Wells aveva rispolverato il moniker nel 2012, nel senso che la band aveva pubblicato tre album in quattro anni. Per contro, sono invece dovuti passare ora quattro anni per avere il successore di “Her Halo”, intitolato “Are We Soldiers”. Se l’album precedente era dichiaratamente un concept, il nuovo lavoro lo è in maniera meno diretta, nel senso che non c’è una storia o una trama che li leghi, ma di fatto le canzoni sono tutte più o meno ispirate ad argomenti comuni o quanto meno simili.
Assai significativo, poi, il fatto che la line-up sia stata nel frattempo totalmente rivoluzionata e ciò dimostra come, di fatto, i Teramaze siano praticamente un progetto personale appunto di Wells, che cambia i musicisti a proprio piacimento: persino il cantante Nathan Peachey, che era riuscito a conquistare i fan della band australiana nel suo ultimo lavoro, è stato messo alla porta, per richiamare nuovamente il precedente singer Brett Rerekura. Tra le novità più significative segnaliamo senz’altro la presenza di un musicista esperto quale Johan Weingarten, il quale svolge davvero un lavoro eccellente alle tastiere. Inoltre, in un paio di brani (“Orwellian Times” e “The One Percent Disarm”), è stato invitato a suonare degli assoli il chitarrista Chris Zoupa, che a quanto pare dovrebbe entrare in pianta stabile in line-up.
Anche stavolta i Teramaze tirano fuori un prog metal brillante, con tracce mediamente piuttosto lunghe, una sezione ritmica tecnica, virtuosismi di tastiere, riff duri e ritornelli ariosi con belle melodie. A nostro parere, la tracklist parte anzi in maniera a dir poco strepitosa, perchè tracce come “Fight Or Flight”, la titletrack, e “Control Conquer Collide” sono davvero dei gran bei pezzi, che riescono a conquistare sin dai primissimi ascolti, nonostante siano pure alquanto articolati. Altre tracce a seguire, tuttavia, ci sembrano un po’ cariche, come se si cercasse per forza di dilungarsi, facendo perdere al brano, almeno in parte, la sua carica espressiva. Anche la stessa “Weight Of Humanity”, per cui è stato realizzato un lyric video, sembra partire molto bene, ma poi finisce per perdersi un po’ strada facendo. Niente male comunque neppure “Fact Resistant Human”, ma riteniamo che le quotazioni del full-length risalgano decisamente con la conclusiva “Depopulate”, una suite di quasi dodici minuti, davvero ispirata e che annoveriamo certamente tra i migliori episodi del disco.
In conclusione, “Are We Soldiers” è un disco apprezzabile, nonostante non tutta la tracklist a nostro avviso si mantenga sugli stessi livelli, ma che resta senz’altro interessante soprattutto per chi ama il prog metal.