6.5
- Band: TERAMAZE
- Durata: 01:02:20
- Disponibile dal: 06/10/2022
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Prosegue il periodo particolarmente prolifico per i Teramaze di Dean Wells: “Flight Of The Wounded” è infatti il decimo full-length della band australiana, ma di fatto il quarto album in due anni – ovvero da quando il leader e fondatore del gruppo ha deciso di ricoprire anche il ruolo di cantante solista. Se “I Wonder” e “Sorella Minore” presentavano alcune peculiarità ben precise, con conseguenze anche a livello stilistico (ad esempio, quest’ultimo era concettualmente il prosieguo di “Her Halo”), stavolta si riscontra una certa continuità tra il nuovo lavoro e il precedente “And The Beauty They Perceive”: in quel disco, infatti, si notava come la band avesse tendenzialmente ammorbidito il sound, con un approccio più melodico e arioso, a tratti persino alquanto radiofonico, pur non perdendo la propria componente metal. Con “Flight Of The Wounded” la band prosegue con questa tendenza, ma il sound appare ancora più ammorbidito, al punto che le sonorità metal ormai sembrano una sorta di cornice, con distorsioni delle chitarre elettriche che, quando ci sono, hanno un suono che sa persino di “ovattato”, di edulcorato. Si può riscontrare come Wells e compagni provino a sembrare più “cattivi” in un pezzo come “Ticket To The Next Apocalypse”, dove il frontman canta in una maniera simile a vocalità harsh, ma subito dopo il sound e la sua stessa voce diventano talmente dolci, da risultare persino fuori contesto.
In passato si parlava dei Teramaze anche come di una band prog, ma anche questo è un aspetto che sembra essersi decisamente perso per strada: ci sono effettivamente ancora tracce alquanto lunghe, a cominciare dalla title-track, che supera i dieci minuti di durata, ma in realtà le canzoni sono semplicemente dilatate perchè c’è qualche intro o perchè ci sono divagazioni strumentali da parte di Wells e dell’altro chitarrista, Chris Zoupa, talvolta con qualche sporadico cambio tematico. A proposito del lavoro chitarristico, spendiamo qualche parola ulteriore perchè questo resta in effetti uno degli aspetti più interessanti nella musica della band australiana, dato che i due axemen sono in grado di prodursi in assoli davvero appassionati e carichi di feeling. Non ci sono stavolta invece grandi assoli di tastiere, ma di queste viene comunque fatto un uso massiccio, per riempire il sound con numerosi tappeti e intercalari, talvolta per la verità persino un tantino ingombranti.
“Flight Of The Wounded” è un disco tutto sommato valido e dove obiettivamente tutte le canzoni sono di buon livello, senza autentici filler, ma si sente sinceramente la mancanza dei Teramaze più grintosi e progressivi, per ritrovarsi, per contro, di fronte ad una band che sembra preoccuparsi di suonare troppo melodica e gradevole a tutti i costi, al punto da non risultare più neppure tanto credibile nei pochi casi in cui cerca di essere più dura. Diciamo che la svolta di “And The Beauty They Perceive” lasciava intuire una direzione di questo tipo, ma in quell’album c’era ancora un certo equilibrio che lasciava ben sperare. Ora sappiamo che, almeno per adesso, non è così.