7.5
- Band: TERRIFIER
- Durata: 00:38:57
- Disponibile dal: 23/05/2023
- Etichetta:
- Empire Records
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Semplicemente in loop: questo il destino del qui presente “Trample The Weak, Devour The Dead”, album numero tre dei Terrifier, terzetto canadese ubicato in quel di Kelowna, nella Columbia Britannica.
Una quarantina di minuti circa che perforano a dovere i nostri timpani, chiedendo, riuscendoci, di ripetere l’operazione più e più volte. Sorretti da fondamenta old-school di spessore, ispirandosi al thrash di derivazione Testament, Exodus ed Heathen (giusto per citare alcuni nomi che ci hanno e che ci faranno visita nel breve periodo), i Terrifier aggiungono una sana e spericolata dose di freschezza e adrenalina più recente (vedasi Warbringer) così che il piatto proposto non trasudi troppo di passato metallico. Questa terza opera non si riduce quindi ad una spassionata vagonata di riff, seppur sostanziosa, facendosi piuttosto notare per alcuni inserti melodici e più ricercati, così da abbellire ulteriormente gli otto brani previsti dalla tracklist.
E mentre la consumazione carnivora si fa largo sulla copertina sapientemente disegnata da Ed Repka, è Chase Thibodeau (bassista e cantante della band) ad introdurci nel vivo dell’azione con “Trail By Combat”, la cui base portante rimanda un po’ ad una certa “The New Order” prima di avventurarsi in una serie di ripartenze, anticipando una seconda parte di canzone articolata e tecnica; brano compatto, arricchito da un refrain diretto ed orecchiabile, mostrando a pieno titolo le capacità globali del trio canadese. Rispetto al precedente “Weapons Of Thrash Destruction” i Nostri si aprono a maggiori soluzioni, come dimostra la nevrotica “Perpetual Onslaught”, la quale unisce perfettamente la furia del comparto vocale ad una leggiadria strumentale in grado di mescolare a dovere i vari midtempo.
La versatilità d’intenti è testimoniata dalle successive “Bones Of The Slain”, portentosa nel suo incedere in modalità Exodus, e “Depths Of The Storm Scepter”, manifesto speed dell’act d’oltreoceano, dedicata a tutti gli adepti dell’headbanging più violento, mentre più avanti i ritmi si incupiscono, assumendo più fascino con “Grinding The Blade”, bollata da un’intro melodica prima di un’altra bordata sonora. La badilata thrash non trova tregua e “Death And Decay”, dalle tinte vagamente slayeriane, ci prende nuovamente a pugni in faccia; cambi di ritmo a go-go per uno dei brani di punta di un disco che perde leggermente di brillantezza sul finale, salvo riprendersi nella seconda parte della conclusiva “Awaiting Desecration”.
Terrifier da tenere d’occhio quindi, con il conseguente invito a dare più di un ascolto a questo cordialissimo “Trample The Weak, Devour The Dead”.