7.0
- Band: TERROR
- Durata: 00:22:46
- Disponibile dal: 07/08/2015
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Tra beghe contrattuali e problemi di salute, i Terror hanno evidentemente dovuto fare i conti con un bel po’ di frustrazione nell’ultimo periodo. Non stupisce insomma che “The 25th Hour” si configuri come il loro lavoro più crudo di sempre, più spigoloso persino dell’ormai storico debutto “Lowest Of The Low”. Si tratta dell’ultimo album che i ragazzi devono alla Century Media Records e forse anche per questo motivo il materiale suona più scarno e ruvido che mai. Le contaminazioni crossover, le derive thrash e, in generale, tutto l’apparato più tendente al metal qui sono stati messo da parte in favore di una sdegnosa riscoperta ed esaltazione delle radici hardcore-punk. A livello di attitudine, il quintetto in carriera è sempre stato 100% hardcore, tuttavia più volte ha avvolto i suoi istinti in un riffing e in una produzione maggiormente heavy e metallici; su “The 25th Hour” invece ciò non avviene più di tanto. L’incipit della opener-title track, con il suo incedere tamarro, è in vero un po’ fuorviante, ma basta pochissimo per avere il quadro completo della situazione: i Terror qui guardano alle origini del loro movimento, bandiscono in toto gli ammiccamenti e, di contro, caricano a testa bassa, arrivando pure ad utilizzare d-beat. La maggior parte delle canzoni non arriva ai due minuti di durata e la tracklist si esaurisce in un attimo. Tanta urgenza potrebbe significare grande ripetitività, ma i Terror anche in questo contesto riescono a mettere in luce la loro abilità nello scovare ritornelli di facile presa, tanto che dopo qualche ascolto il disco finisce per rivelarsi ben più frizzante del previsto. Lo slogan ad effetto, il rallentamento assassino, la ripartenza euforica qua e là si fanno largo anche nei brani all’apparenza più semplici. Del resto, passione e impatto sono altri due elementi che non possono proprio mancare nel suono della band di Scott Vogel: la miscela, anche se più scarna, possiede dunque il tiro di sempre e la noia non può far altro che girare al largo. Non siamo di certo al cospetto della loro opera più solida e completa, ma anche nel 2015 i Terror si dimostrano incapaci di confezionare un album scadente.