7.0
- Band: TERRORIZER
- Durata: 00:38:07
- Disponibile dal: 24/02/2012
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Dopo avere pubblicato in tempi remoti lo splendido, pionieristico ed avanguadistico “World Downfall” ed essersi riformati qualche anno fa per rilasciare “Darker Days Ahead”; dopo avere perso per sempre il grande Jesse Pintado ed aver recuperato appieno Pete Sandoval, riecco tornare alla ribalta i Terrorizer, giunti al terzo full length. Introdotto da una copertina orrorifica, con appunto le orde di zombi del titolo intente ad invadere una città, il lavoro è naturalmente legato a doppio filo alle sonorità grindcore e death. Inutile nasconderlo, dopo la reunion, i Terrorizer – pur continuando a sfornare buone canzoni – non sono più riusciti a trovare quel ruolo sulla scena che per portata storica spettava loro. Se l’ascoltatore dovesse infatti prescindere dal nome della band e dai musicisti coinvolti, ciò che rimarrebbe di “Hordes Of Zombies” sarebbe un discreto platter di death-grind come ve ne sono molti in circolazione. Sandoval rimane un terremoto vivente, un vero maestro del blast beat, sebbene il suo drumming risulti qui fin troppo sintetico e triggerato per convincere davvero appieno. I Nostri svolgono un buon lavoro miscelando death metal e (soprattutto) grind, con una prima parte di album più pesante e legata ad un rifferama classico ed una seconda parte dove vengono recuperate istanze hardcore che rendono le strutture più snelle e scattanti. Buono anche il lavoro chitarristico ad opera di Katina Culture, in possesso di una sensibilità differente da quella di Pintado, che non disdegna qualche virata verso lidi maggiormente melodici. I rallentamenti sono veramente rarissimi e quasi sempre accompagnati da un guitar work cupo ed oscuro, come si può evincere da brani quali “Evolving Era”, “Radiation Syndrome” e “State Of Mind”. Alcune tracce colpiscono particolarmente nel segno grazie alla loro classicità ed all’aderenza ai canoni grindcore che i Terrorizer stessi contribuirono a creare: stiamo parlando della terremotante “Flesh To Dust”, di “Broken Mirrors”, “Malevolent Ghosts” e “A Dying Breed”. In definitiva “Hordes Of Zombies” è un lavoro discreto, ben composto e suonato da gente che conosce la materia, al quale manca però quel quid che l’avrebbe reso speciale e che gente del calibro di Sandoval e Dave Vincent dovrebbe assolutamente avere nel proprio DNA.