8.0
- Band: TESLA
- Durata: 00:55:41
- Disponibile dal: 08/03/2004
- Etichetta:
- Sanctuary Records
- Distributore: Self
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I Tesla hanno impiegato più di due anni a comporre ed arrangiare il loro disco di come back, “Into The Now”, che risulta essere la loro prima release ufficiale dal 1994, anno in cui venne pubblicato il discreto “Bust a Nut”. Oggi ritroviamo tutti i tratti caratteristici del sound della band americana, ma con una produzione modernissima (anzi, a tratti anche forse troppo moderna) ed una discreta attitudine alla ricerca di nuovi orizzonti e nuove soluzioni stilistiche. Constatato con grande piacere che tutta la line up originale ha partecipato alla registrazione dell’album, verrete sbalzati lontano dalla opening e title track “Into The Now”, una traccia di pesante heavy rock impreziosito da chitarre molto ispirate e un break atmosferico di piano nel mezzo. Il drumming di Troy Luccketta è davvero devastante e a qualcuno potrebbe dare quasi fastidio questa forzatura dei suoni verso sonorità molto heavy, ma la melodia contenuta nel pezzo farà indubbiamente da contraltare per tutti gli hard rock die hard fans! Si continua con “Look @ Me”, dove l’inconfondibile voce di Jeff Keith caratterizza al meglio il bellissimo coro con un flavour decisamente Tesla oriented e passaggi di chitarra acustica in prossimità dei cori, altro marchio di fabbrica della band americana. Un piccolo salto all’indietro con l’altrettanto bella “What A Shame” che riprende il sound tipico dei primi lavori della band. Parti acustiche si alternano e sovrappongono a quelle elettriche e la melodie dei cori è una delle più immediate e ruffiane dell’intero lavoro. Anche gli arrangiamenti denotano una cura maniacale dei dettagli con i tempi delle melodie vocali e di quelle strumentali che si sdoppiano sui cori donando al pezzo una grande profondità. “Heaven Nine Eleven”, chiaramente ispirata ai fatti newyorkesi dell’undici settembre, presenta da una parte un testo molto duro e triste sorretto ed anzi appensantito da un apparato strumentale molto pesante, con ritmiche cadenzate e un riffing corposo ed ossessivo. Ancora Tesla versione anni Novanta con “Words Can’t Explain” giocata sulla contrapposizione tra parti elettriche ed altre acustiche inframezzate da un bridge e da un coro molto melodico che danno nuovamente modo a Keith di graffiare con le sue corde vocali e a Franck Annon e Tommy Skeoch di tessere intricati passaggi di chitarra eseguiti con grande classe; tutti elementi che si riversano sulla bellissima “Caught In A Dream”, potenzialmente una hit, che si presenta all’ascolto come una massiccia power ballad caratterizzata da un coro molto esteso e per questo molto orecchiabile, quasi epico. Ancora da encomio la performance di Jeff Keith che con la sua inconfondibile timbrica mantiene la canzone stessa in equilibrio sul pericoloso confine tra canzonetta pop oriented e classica ballata sanguigna di hard rock. Discorso diverso invece per “Miles Away” che gioca molto sul contrasto strumentale delle parti elettriche ed acustiche sconfinando su linee melodiche spesso tristi ed introspettive, caratterizzate da un impatto molto emozionale a da un testo alquando oscuro. Forse nello scibile delle canzoni presenti su questo album risulta essere una delle più ostiche, anche a causa di una scelta di suoni eccessivamente alternativa. Senza interruzioni si susseguono “Mighty Mouse”, non più che discreta, e la ritmata “Got No Glory” che segna invece il ritorno verso un approccio decisamente più heavy rock, tratto per altro maggiormente caratteristico di “Into The Now”. Chiudono una super classica ballata, “Come To Me”, forse troppo classica per colpire davvero l’attenzione e le due finali “Recognize” e “Only You”: la prima un altro ottimo esempio di virulenza strumentale con cambi di tempo tra l’incedere delle strofe e dei cori, la seconda caratterizzata invece da un emozionante Jeff Keith accompagnato dalla sola chitarra acustica. Questo album fa tesoro delle esperienze soliste dei vari membri della band, Soulmotor e Bar 7 in primis, con i tratti migliori del Tesla sound che si rimettono in discussione con un approccio alla stesura dei pezzi decisamente più heavy che in passato e l’introduzione anche di diversi effetti e distorsioni del suono e della voce. Se da una parte sarebbe stato un miracolo bissare il successo di “Psychotic Radio” e “The Great Radio Controversy”, dall’altra possiamo tranquillamente affermare che mai come in questo caso nella storia degli ultimi anni, una reunion ha portato alla nascita di un così bel come back!