7.0
- Band: TESLA
- Durata: 01:07:49
- Disponibile dal: 25/07/2011
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
E’ innegabile che il 2011 si stia rivelando un anno denso di eventi per alcune delle più influenti hard rock band americane degli anni ’80. Dopo il buon comeback discografico dei Warrant ed il tour celebrativo dei Cinderella che ha toccato anche l’Italia, adesso tocca ai Tesla festeggiare l’ambizioso traguardo del venticinquesimo anno di attività pur essendo privi dello storico chitarrista Tommy Skeoch, sostituito più che dignitosamente da Dave Rude. Nonostante all’epoca siano stati inseriti incomprensibilmente nel calderone dell’hair metal, i ragazzi di Sacramento sin dall’esordio “Mechanical Resonance” hanno preso le distanze dai suoni laccati e dai ritornelli stucchevoli, preferendo indirizzare le proprie energie verso un sostanzioso e robusto hard’n’heavy, valorizzato dalla voce ispida e a suo modo unica di Jeff Keith. Sorprendentemente messi sotto contratto dalla nostrana Scarlet Records, i Nostri esordiscono con una raccolta di dodici canzoni eseguite in chiave prevalentemente acustica che gioco forza ci trasportano indietro fino al 1990, anno nel quale è uscito il celebre “Five Man Acoustical Jam” che ha conquistato meritatamente il disco di platino, anticipando di qualche anno il trend targato MTV Unplugged. Pur non raggiungendo i picchi d’eccellenza raggiunti nell’album precedentemente citato, “Twisted Wires” si presenta come un prodotto sincero e passionale, frutto del notevole affiatamento del combo americano, dedicato prevalentemente a tutti coloro che hanno divorato alcune gemme hard come “Hang Tough”, “Edison’s Medicine” o si sono lasciati trasportare dalle intense melodie delle passionali “Shine Away” e “Song And Emotion”. Ma il valore aggiunto lo possiamo trovare nell’inedita “2nd Street”, una notevole ballata costruita su una melodia vocale ricca di pathos che probabilmente diventerà un futuro classico di un gruppo ad oggi incapace di comporre un disco brutto. E scusate se è poco…