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- Band: TESTAMENT
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Tra i TestAmenT e il Thelema fu amore a prima vista.Quel ‘Practice what you Preach’ che gli venne dato come oggetto di ‘studio’ da parte del suo insegnante di chitarra è stato e resterà per sempre il suo preferito album thrash di tutti i tempi – a pari merito solo con ‘Master of Puppets’ e ‘Rust in Peace’
[ed il che non è poco,consentitemi di dirlo!!!!] . Un’amore che dura da anni,per la band di Chuck Billy ed Eric Peterson,che li fece apprezzare al sottoscritto anche nei momenti meno brillanti della loro carriera,specie nell’immediata era post-skolnickiana,che coincide con gli album,diciamo,così
‘di transizione’ che rispondono al nome di ‘Low’ e ‘Demonic’,fondamentali per l’evoluzione/involuzione dello stile attuale della band presentato nel recente ‘The Gathering’,ma all’epoca poco apprezzati specie tra i metalkids dell’ultim’ora,che all’epoca dell’uscita di tali albums(rispettivamente ’94 e ’97) erano impegnati a seguire ben altri trends del momento(mi verrebbero in mente due nomi…..neothrash e power metal vi dicono niente?).E questo magniloquente ‘Live at the Fillmore’ fotografa la band californiana nel momento appunto di transizione tra lo sperimentalismo di ‘Low'(qui rappresentato da 4 tracce più una quinta tratta dal finale set acustico) e quell’era Demoniaca di pesantezza sovrumana e del suo conseguente ritorno al thrash metal dell’ultimo capitolo,nel fantastico tour che seguì l’uscita di ‘Low’,volto a riscoprire una scaletta fatta per l’80% di brani provenienti dai loro 2 primi album ‘The Legacy’ e ‘The New Order’,proponendo appositamente tutti brani tiratissimi ed in risposta alla monotonia degli allora bestsellers Machine Head e Pantera(strada che anche i nostri tentarono di seguire appunto in ‘Demonic’,ma con le dovute distanze);e penso proprio di non essere affatto superficiale nel dire che dopo aver ascoltato alcuni dei live bootlegs più noti dei TestAmenT,questo ‘Live at the Fillmore’ dona senza dubbio decoro e giustizia a dei musicisti ineccepibili come Peterson e Murphy,o il bravissimo Christian,qui in una delle sue ultimissime apparizioni nella macchina TestAmenT,e che pur tralasciando indegnamente dischi epocali come ‘Practice…’ e ‘Souls of Black'(fatta eccezione per le rispettive title tracks) e il pur buono ‘The Ritual’,presenta una scaletta micidiale che inizia con il trittico’The Preacher’/’Alone in the Dark’/’Burnt Offerings’ facendo salire il sangue alla testa a tutti i veri thrasherz degni di rispetto,e continua poi con classici come ‘Eerie Inhabitants’,’Into The Pit’ e le più recenti ‘Low’ e ‘Hail Mary’….Pulita la registrazione e preciso il missaggio,intenti a non rovinare l’atmosfera e la tensione creatasi in quel di San Francisco il giorno di questa deliziosa performance,simpatico l’artwork,con le caricature fumettistiche dei 5 Titani del Thrash ed infine un plauso particolare all’idea di risuonare in una situazione ‘semiacustica’ tre ballate fantastiche che i TestAmenT composero negli anni….Un buon live album,recentemente ristampato da Century Media che servirà a scaldare gli animi di tutti coloro abbiano intenzione di posizionarsi tra le prima file nella prossima calata nel nostro paese dei Gods of Thrash…..
CURSE OF THE LEGIONS OF DEATH!!!!
Curiosità:
@Dopo l’uscita di questo live album Greg Christian (bass player dai temi del debut album ‘The Legacy’) abbandonò la band ed in seguito anche James Murphy (in forza nei Testament più come turnista che altro) lasciò ‘temporaneamente’ la band per dedicarsi a progetti solitsti ed altre collaborazioni,tanto che il nome Testament rimase ‘congelato’ per volontà degli stessi Billy/Peterson per un paio d’anni fino all’uscita di ‘Demonic’ nel ’97 con una formazione ed un’immagine completamente rinnovata, comprendente tra gli altri il mercenario Gene Hoglan ed il primissimo bassplayer della band (quando ancora si chiamava Legacy) Derrick Ramirez.@Mentre veniva registrato questo live album veniva dato alle stampe ‘Handful of Rain’ dei Savatage,primo capitolo della band orfana di Christopher Michael Oliva(R.I.P.),e che vide la partecipazione alle sei corde del fenomenale Skolnick,che diede alla musica dei Savatage un tocco vagamente ‘dark-bluesy’ in ottimi brani del calibro di ‘Nothing’s going on’,’Tauting Cobras’ o la stessa title track.A tutt’ora è l’ultima collaborazione di Alex Skolnick in ambito Metal o Rock.Altre collaborazioni prestigiose di Skolnick sono : Michael Manring “Thonk”,e il progetto Attention Deficit. @Sempre approposito di Skolnick pare sia già in preparazione il follower del suo debutto negli Attention Deficit,ma è ancora da decidere se tale progetto sfrutterà ancora quel nome o sarà distribuito come un vero e proprio progetto solista;per chi non lo sapesse l’omonimo debut degli Attention Deficit(accompagnato da Michael Manring al basso e Tim Alexander alla batteria) sfoderava un ottimo free jazz-rock dai forti chiaroscuri dark,e sonorità che a tratti ricordano i King Crimson degli anni 90.