7.0
- Band: TESTAMENT
- Durata: 01:06:15
- Disponibile dal: //2005
- Etichetta:
- Spitfire Records
- Distributore: Edel
A coronamento di una reunion assolutamente da ricordare, come per molte altre band storiche del thrash metal, arriva anche questo “Live In London”, e questa volta i protagonisti sono gli indiscussi Bay Area thrasher Testament che, di nuovo forti dell’ascia di Alex Scolnick, si lanciano in una riproposizione dei loro più grandi classici unita ad un paio di chicche non sempre facilmente presenti nei loro show. Partiamo proprio da queste ultime: stupisce la presenza di “Electric Crown” e “Let Go Of My World”, che testimonia la volontà della band di scommettere con se stessa ripescando alcuni estratti dal periodo più discusso della sua carriera (ci riferiamo, ovviamente, all’ormai quasi dimenticato “The Ritual”), eseguiti con grande classe e perizia, che certo non sfigurano di fronte a vere e proprie hit come “Into The Pit”, “Over The Wall” e “Practice What You Preach”. Tutto il live è una fedele riproposizione della carriera dei Testament, nonostante stupisca l’assenza di pezzi dall’ottimo “The Gathering” (forse regalarci una “D.N.R.” sarebbe stato troppo devastante per le orecchie degli ascoltatori?), poiché i classici dei primi quattro album ci sono tutti, distribuiti con equilibrio su tutta la scaletta, e suonati in maniera praticamente impeccabile dai cinque musicisti. Se, invece, dobbiamo tacciare di una pecca “Live In London” (cosa che comunque non intacca significativamente il prodotto finale) è la produzione un po’ troppo di basso livello per una band come i Testament, che fa a volte assaporare il retrogusto del bootleg ufficializzato. Ad ogni modo si tratta di un live album molto godibile, l’acquisto del quale dovrebbe essere preventivato da ogni buon fan dei Testament, e consigliato a tutti coloro che vogliano avvicinarsi alla band, data l’imponente mole dei classici del gruppi qui presenti. Ed ora non ci rimane altro che aspettare il successore dell’ultimo ed imponente “The Gathering”… il 2006 sarà forse l’anno buono?