
6.5
- Band: TEXAS IN JULY
- Durata: 00:17:15
- Disponibile dal: 17/11/2023
- Etichetta:
- Rude Records
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Ritorno discografico a sorpresa quello dei Texas In July, sciolti da nove anni e ormai relegati al cassetto dei ricordi dai fan del metalcore. Il gruppo trovò un moderato successo soprattutto sul territorio americano tra il 2009 e il 2015, pubblicando quattro album di cui l’ultimo “Bloodwork” ottenne il maggior successo commerciale.
Col cantante J.T. Cavey impegnato negli Erra e il chitarrista Chris Davis nei The Ghost Inside, è chiaro come il futuro della band sia prevalentemente in studio, e forse potrebbe anche esaurirsi in questo EP, ma a giudicare dai pezzi sembra che il quintetto di Ephrata, Pennsylvania, abbia ancora qualche cartuccia da sparare. Non sappiamo se questi cinque brani siano completamente nuovi o siano nati da bozze d’epoca, sta di fatto che ascoltandoli sembra proprio di tornare al suono metalcore cristallizzato a una decina d’anni fa, prima del terremoto “Sempiternal”, quando Killswitch Engage e gli altri big del movimento erano in declino e la parte del leone la facevano August Burns Red e We Came As Romans.
Una breve raccolta che trova senso nell’effetto nostalgia e nel pesante contributo di Cavey che, maturato nelle dinamiche, guida le composizioni tra urla incisive e melodie potenti, così come nell’ottimo lavoro alla batteria di Adam Gray, capace di far decollare “Put To Death” e “Razor’s Edge”. L’unico spunto di rinnovamento risiede nell’approccio muscolare di “Digital Hellscape”, che fa da giusto contrasto con le melodie dolorose del finale “Goodbye”.
Come avrete capito, dalle nostre parti i TIJ non hanno mai fatto veramente breccia nemmeno ai tempi, quindi non aspettatevi nulla di più di un momento nostalgico e una riproposizione delle classiche vibrazioni metalcore: quelle che in passato hanno spadroneggiato e fatto felice gli amanti del gruppo, e forse ancora in grado di incuriosire qualcuno.