TEXTURES – Phenotype

Pubblicato il 23/02/2016 da
voto
8.0
  • Band: TEXTURES
  • Durata: 43:20
  • Disponibile dal: 05/02/2016
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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Per il nuovo progetto i metalhead olandesi Textures hanno deciso di fare le cose in grande: due album distinti, ma facenti parte dello stesso main concept. “Phenotype” è la prima creatura uscita in questo inizio di 2016, la seconda sarà “Genotype”, previsto per il 2017, che conterrà, secondo gli intenti del progetto, una sola traccia di 45 minuti, riprendenti le caratteristiche del suo predecessore. Questo primo “Phenotype” presenta le aggiunte di Joe Tal (al primo innesto discografico nella band, ma presente già dal 2013) come chitarrista aggiuntivo, per un impatto sicuramente più profondo e complesso di quanto prima d’ora presentato nei quattro precedenti lavori discografici della band di Tilburg. L’espressività di “Oceans Collide” è già infatti sintomatica di una produzione che vuole essere onnicomprensiva e ricondurre l’ascoltatore alle profondità genetiche offerte dai Textures. Le poliritmie sono sempre all’ordine del giorno, ma le partiture di scuola Meshuggah si mischiano ad un impatto propriamente metalcore di sicura presa diretta. La voce di De Jongh è ancora una volta un effetto principale del successo della band, già dal precedente “Dualism” che lo aveva visto protagonista per la prima volta, ma questa volta in maniera ancora più eclettica. Altro aspetto sicuramente da tenere sott’occhio è il labor limae che ha sempre contraddistinto la proposta della band, che non ha mai sfornato album anzitempo, come accade molto spesso a progetti del genere. “Illuminate The Trail” è infatti un ottimo esempio di “Phenotype”, in cui una presa diretta si connota di minuzie tecniche, breakdown metalcore, chorus d’effetto e performance impeccabili, risultando un brano profondo, potente ed elaborato allo stesso tempo, tra le migliori offerte del metal di nuova generazione. Ancora una volta, come nel caso di The Contorsionist, Periphery e Tesseract, la proposta del djent, del progressive tecnico che prende dal metalcore, ha portato ad assemblarsi come uno dei panorami più fruttiferi del metal contemporaneo. E in questo panorama i Textures non possono che configurarsi come uno dei baluardi più stabili e granitici. La peculiarità del loro sound emerge anche in episodi come il quasi-interludio e quasi-drum solo di “Meander”, accompagnato da synth e soundscape, che fa da preludio ad una traccia come “Erosion”, letale e spigolosa, tra math-core, progressive, Gojira, Between The Buried And Me e As I Lay Dying. L’album, inoltre, non soffre eccessivamente delle produzioni ipercompresse che attanagliano gli ascolti di chi è invece più attento alle dinamiche, ma riesce comunque a non annoiare né a livello sonoro né tanto meno a livello contenutistico. L’ultima parte di “Phenotype” è infatti più dedicata ad un lavoro più melodico e suadente, pur rimanendo in linea con il percorso che si è voluto far iniziare con “Ocean Collide”, in cui si era prediletta la forza espressiva della coppia chitarristica Hennephof/Tal, sempre presente dall’inizio alla fine. In “Zman” dunque affiora una piacevole partitura di Uri Dijk, che procede il discorso mimetico e sempre ben pensato del quinto lavoro degli olandesi, riuscendo a catturare anche l’attenzione più romantica dell’ascoltatore fino alla chiusa di “Timeless”, impostata già per far presagire un to be continued, che purtroppo, però, viene tagliata là dove avrebbe potuto dilungarsi in modo ancora più epica. A conti fatti i Textures proseguono il lavoro di “Dualism”, maturando consapevolezza del proprio status, del passato e del proprio futuro; chi li ricorda da “Polars” potrà sicuramente storcere il naso davanti a questa nuova affermazione più atmosferica e variegata, ma è innegabile come ci sia del valore intrinseco anche in lavori come questo.

TRACKLIST

  1. Oceans Collide
  2. New Horizons
  3. Shaping A Single Grain Of Sand
  4. Illuminate The Trail
  5. Meander
  6. Erosion
  7. The Fourth Prime
  8. Zman
  9. Timeless
5 commenti
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