7.5
- Band: THANATOS
- Durata: 00:45:43
- Disponibile dal: 20/03/2020
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Non sono compositori celerissimi, i Thanatos, ma bisogna ammettere che ultimamente le attese per un loro nuovo album vengono ripagate con uscite di qualità. Tra l’altro, volendo restare in tema di band olandesi storiche, “Violent Death Rituals” arriva a poca distanza dall’ultima prova marchiata God Dethroned, portando con se tutta la ferocia e l’energia che i connazionali in questione non sono riusciti a catturare del tutto su “Illuminati”.
I Thanatos hanno avuto tutto fuorché una carriera lineare e colma di soddisfazioni, tuttavia pare che il turbinio di cambi di line-up, etichette poco affidabili, litigi e ripensamenti abbia da qualche tempo iniziato a ispirare la creatività della death-thrash metal band di Rotterdam. Già a partire dalla stesura del precedente “Global Purification”, Stephan Gebédi e compagni devono avere compreso come, per evitare la più classica delle brutte fini, fosse necessaria ancora più dedizione e “Violent Death Rituals”, pur arrivando tra noi dopo oltre cinque anni, prosegue fortunatamente nel solco di quell’apprezzato lavoro. Qui gli olandesi, agevolati da una potente produzione firmata da Dan Swanö, seguitano nel riproporre se stessi con grande orgoglio e una rinnovata efficacia, mettendo in campo il loro sound a cavallo tra classico thrash, death della primissima ora e persino una punta di black metal. Una proposta che ha in Dark Angel, Possessed e Slayer le sue fondamenta principali e che senza dubbio ama andare dritta al punto, anche se non mancano incipit più ragionati, aperture alla melodia e midtempo. In tal senso, si nota come la band sia più ispirata e maggiormente propensa ad attuare variazioni sul tema rispetto a qualche tempo fa: le strutture sono ben levigate, i riff non si ripetono troppo e non si percepisce alcun sentore di irrisolto o di frettoloso.
Si tende a vedere i Thanatos come un gruppo di seconda fascia, come dei veterani mai esplosi o come la classica cult band per completisti. Vi è del vero in tutto ciò, come è vero che un disco come “Violent…” non sempre da l’idea di essere il prodotto di una band che è stata fondata nel lontanissimo 1984. I Thanatos stanno invecchiando bene, in particolare sanno come tenersi lontani da un songwriting dagli esiti monotoni e ciò si traduce in canzoni capaci di coniugare un’impronta old school con un’elasticità degna di questo nome. Anche se ovviamente prive di ambizioni sperimentali, la titletrack, “The Silent War” e “As the Cannons Fade” riescono subito a farsi ricordare e confermano su ogni fronte la rinnovata tenuta di una formazione tra le più longeve del panorama extreme metal mondiale.
