5.5
- Band: THAUROROD
- Durata: 47:24
- Disponibile dal: 20/12/2013
- Etichetta:
- Noiseart Records
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Dopo l’abbandono del nostro Michele Luppi, i finlandesi Thaurorod si sono messi alla ricerca di un cantante per realizzare il loro secondo album; la scelta è caduta sull’ex Seventh Wonder Andi Kravljaca, al quale i nordici si affidano per ritagliarsi uno spazio importante all’interno della scena power. Queste almeno sembrano le intenzioni sia della band che della NoiseArt, dato il battage pubblicitario che ha visto protagonista “Anteinferno”, sugli scaffali dei negozi e negli store digitali da fine 2013. Anche il fatto di essersi affidati al talentuoso Ken Kelly (Manowar) per la realizzazione del bellissimo artwork, non lascia dubbi sul fatto che per i Thaurorod questa sia un’uscita importante. Precisiamo subito che la band ha ottime qualità tecniche ed una coppia di chitarristi molto abile ed affiatata; il genere proposto è un classico power metal di helloweeniana memoria, condito dal classico gusto melodico scandinavo e da assoli neoclassici, ad opera della già citata coppia di chitarristi. Il songwriting non convince però del tutto: mancano i ritornelli, indispensabili in un genere come questo; manca la giusta dose di cattiveria, in quanto in episodi come “Victor”, apprezzabili per il riffing spigoloso, il cantato di Andi è troppo molle. Meglio invece l’operato del singer nei momenti più atmosferici come nella bella “Far From Home”, nella quale è udibile la forte somiglianza vocale con il mitico Klaus Meine. Molto buona, invece, la titletrack in cui la band riesce a mettere le sue buone qualità al servizio della canzone, puntando su un power deciso, ricco di melodie, cori e cambi di tempo. Ultimato l’ascolto, la sensazione è quella di trovarsi davanti ad un lavoro che non ha molto da offrire se non qualche isolato spunto interessante; viste le caratteristiche degli interpreti e soprattutto del cantante, in futuro sarebbe meglio che la band puntasse su un power progressivo e sulle atmosfere per rendere giustizia alle inclinazioni di Andi Kravljaca; in caso contrario, se la volontà è quella di insistere sul power più canonico, sarebbe meglio per tutti cercare un altro interprete.