7.0
- Band: THE 69 EYES
- Durata: 00:39:50
- Disponibile dal: 21/04/2023
- Etichetta:
- Atomic Fire
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Che gran paraculi, i The 69 Eyes. Dopo essere sopravvissuti indenni agli anni Dieci – con una serie di album dal sufficiente al buono, ma definiti dallo stesso Jyrki 69 come lavori abbastanza routinari – i vampiri di Helsinki sembrano dopo il Covid vivere una seconda giovinezza almeno in madrepatria, tra apparizioni televisive e show completamente sold-out, e questo nuovo “Death Of Darkness” è qui a testimoniarlo, sfornando singoli in heavy rotation come ad inizio secolo e riuscendo a conquistare anche le generazioni cresciute a Spotify e Youtube più che con CD e MTV.
Il segreto del successo, ora come allora, è l’unione tra i tramonti del Sunset Strip californiano e le notti bianche di Helsinki, con il meglio dei due mondi cristallizzato nel goth-glam di “Death Of Darkness”, “Drive” e “California”, in cui chitarroni e tastieroni si fondono alla perfezione come ai tempi di “Devils” e “Blessed Be”. C’è spazio ovviamente anche per qualche riferimento ancora più vintage: oltre alla cover di “Gotta Rock” (vecchio classico dei Boycott, band finlandese degli anni Ottanta) troviamo atmosfere che vanno da Johnny Cash (“This Murder Takes Two”, con Kat Von D) a Elvis in versione love metal (“Dying In The Night”). Il lato B è meno sorprendente, ma nonostante qualche passaggio al limite del parodistico (in “Call Me Snake” sembra quasi di sentire un’imitazione dei Lordi) ed un calo nel finale (“Sundown” è un classico filler, “Outlaw” viene tirata inutilmente per le lunghe) il tredicesimo sigillo dei The 69 Eyes mostra una band ancora in palla. Se avessimo dovuto valutare il solo lato A (già anticipato per metà nell’EP “Drive”) la valutazione sarebbe stata indubbiamente più alta, ma se l’obiettivo era avere tre-quattro nuove hit da aggiungere alle setlist può dirsi centrato appieno.