7.0
- Band: THE AMITY AFFLICTION
- Durata: 00:38:20
- Disponibile dal: 12/05/2023
- Etichetta:
- Pure Noise Records
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Chi scrive ricorda come fosse ieri l’uscita di “Everyone Loves You…Once You Leave Them”, penultimo lavoro dei The Amity Affliction, uscito all’alba di quello che allora si prospettava come un lockdown passeggero e invece si rivelò una pandemia in grado di cambiare il mondo.
Note autobiografiche a parte, musicalmente parlando a tre anni di distanza possiamo dire che quel disco non ci ha lasciato moltissimo, come del resto tutti i lavori usciti dopo “Let The Ocean Take Me”. Ebbene con questo “Not Without My Ghosts” il quartetto australiano sembra quasi voler tornare, a partire dall’artwork in versione “Notte Horror” di Italia 1, all’approccio più crudo che li aveva consacrati agli inizi degli anni Dieci, il tutto ovviamente senza rinunciare alle parti più edulcorate (voci pulite e tasti d’avorio a profusione) mescolate sapientemente con gli scream e i breakdown tipici del genere.
Il risultato sono una manciata di brani a metà tra l’emo con la calvizie (“Show Me Your God”, “It’s Hell Down Here”) e il metalcore sinfonico di ultima generazione (“Fade Away” e “When It Rains It Pours”, non troppo dissimili da Bury Tomorrow ed Architects). In tutto ciò non mancano anche un po’ di ospiti esterni a sparigliare il mazzo: se “Death And The Setting Sun” spinge verso l’hardcore tastierato (uno strano mix tra i Bring Me The Horizon e i Comeback Kid, complice la presenza del cantante di questi ultimi dietro al microfono), la tristemente profetica “I See Dead People” (in cui compare il rapper Louie Knuxx, deceduto nel 2021) arriva fino ai confini del deathcore, mettendo per una volta al centro i blast-beat in luogo della timbrica pulita del bassista Ahran Stringer.
Meno sorprese sul finale, con giusto i cori femminili ad ingentilire “God Voice” e la prevedibile ballad conclusiva cantata a tre voci con la cantante pop Phem, ma pur se un po’ paraculo nell’insieme, il settimo sigillo degli australiani svolge bene il suo compito (grazie anche a dei testi sempre vissuti), riuscendo a riportare i The Amity Affliction su livelli a cui non li sentivamo da quasi dieci anni a questa parte.