6.0
- Band: THE BLACK DAHLIA MURDER
- Durata: 00:33:58
- Disponibile dal: 11/09/2009
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
A scanso di equivoci, è bene mettere subito in chiaro che il contenuto di questo disco è sicuramente più invitante della sua (orrida) copertina. Tuttavia, terminato l’ascolto del quarto full-length dei The Black Dahlia Murder, a dominare è sotto alcuni aspetti un certo senso di incompiutezza, a partire dalle singole tracce, che in qualche occasione appaiono come schizzi incompiuti, nei quali il gruppo di Detroit sembra non riuscire a trovare il cosiddetto bandolo della matassa, proponendo alcune soluzioni un po’ fine a sé stesse. Il risultato finale, su un piano generale, risulta comunque sufficiente, soprattutto grazie alla presenza di quattro/cinque canzoni abbastanza convincenti e all’ottima resa sonora del lavoro. Ciò nonostante, l’impressione che in alcuni frangenti “Deflorate” sia un lavoro frammentario – dove il sin troppo rapido susseguirsi delle tracce impedisce all’ascoltatore di entrare a pieno in alcune di esse e, alla fine, di apprezzare il platter nel suo insieme – resta. Il limite principale del disco è essenzialmente la scarsa varietà della tracklist: comprendiamo che il fatto di avere un ottimo batterista come Shannon Lucas possa indurre i nostri a spingere spesso e volentieri il piede sull’acceleratore, tuttavia la band, che è appunto al quarto album, dovrebbe anche riuscire a rendersi conto quando è il caso di dire basta e provare a muoversi in una direzione differente. “Deflorate”, ahinoi, contiene invece pezzi che seguono tutti la stessa formula: alcuni colpiscono il bersaglio e risultano molto ispirati (“Black Valor”, “Christ Deformed”, “I Will Return”…), altri ci scivolano addosso senza lasciare alcuna traccia. Sì veloci, tecnici e quant’altro, ma essenzialmente vuoti o uguali a tanti altri. Come sempre, il sound oscilla tra At The Gates, Carcass di “Heartwork”, Dissection e Necrophobic, ma questa volta l’esito del songwriting è altalenante e, in quanto tale, consigliabile solo ai die-hard fan.