7.0
- Band: THE BLACK DAHLIA MURDER
- Durata: 00:45:28
- Disponibile dal: 20/06/2011
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Giunti ormai al traguardo del quinto album, i The Black Dahlia Murder potrebbero essere definiti a buon grado una delle realtà “storiche” di quell’ondata di giovani band che all’inizio del decennio scorso rianimarono la scena statunitense, allora ancora dominata per buona parte da stilemi derivanti dal nu metal e similari. Come sempre fiera continuatrice della lezione melodic death-thrash di ultimi Carcass ed At The Gates e di quella death-black dei Necrophobic, la band di Detroit, con questo nuovo “Ritual”, sembra voler fare un passo indietro, lasciandosi alle spalle la monotonia dell’ultimo “Deflorate” – senz’altro il capitolo più piatto della sua discografia – per tornare invece al brio e alla pesantezza che avevano caratterizzato un lavoro come “Miasma”. Inoltre, in quest’occasione il tutto viene imbottito con buone dosi di groove e con dei saliscendi ritmici tutto sommato inediti per la formazione, probabile conseguenza dell’ingresso in lineup del chitarrista Ryan Knight (ex Arsis), che questa volta ha contribuito attivamente al songwriting, spalleggiando il leader storico Brian Eschbach. L’apparato sonoro della band, dunque, oggi gode di maggior respiro, concedendosi cambi di tempo maggiormente marcati e qualche rallentamento in più anche all’interno di tracce complessivamente votate alla pura frenesia e aggressione. Una nuova impostazione che, inoltre, mette il batterista Shannon Lucas nelle condizioni di palesare ancora più del solito tutto il proprio valore, con una serie di finezze e fill da buongustai. Infine, impeccabile come al solito la performance del frontman Trevor Strnad, la cui indemoniata alternanza di scream e growl appare ormai sempre più collaudata, peculiare e consona alla proposta musicale. In sintesi, i The Black Dahlia Murder ritornano con un lavoro ben mirato e gradevole, che rimedia alle ingenuità commesse nella precedente fatica praticamente su tutta la linea. Se cercate qualcosa di nuovo, rivolgetevi decisamente altrove, ma se non potete proprio reprimere la vostra crisi d’astinenza da un certo tipo di death-thrash, “Ritual” è pane per i vostri denti!