8.0
- Band: THE CIRCLE
- Durata: 00:33:18
- Disponibile dal: 18/08/2023
- Etichetta:
- AOP Records
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Nonostante siano attivi da solo tre anni, i tedeschi The Circle sono un gruppo che evidentemente non ama troppo starsene con le mani in mano. “Of Awakening” è infatti il loro secondo lavoro, dopo l’interessante “Methamorphosis” del 2021 e, nonostante vengano descritti come band di black metal sinfonico, un ascolto attento non può che far notare come sia la componente doom che quella progressiva rappresentino una parte fondamentale del loro suono. Certo, spesso i brani di reggono su cambi di tempo repentini e velocità abbastanza tirate, ma l’atmosfera generale è quella tipica del doom più malinconico e notturno, suonata con la perizia tipica del death più tecnico.
Quello che colpisce maggiormente è il grande equilibrio tra gli stili, con parti più puramente black estremamente dense ma mai troppo cupe ed estreme, ed elementi sinfonici che vedono il violino come protagonista senza risultare mai pacchiani. Il lato doom poi, non sfocia mai su terreni estremi come il funeral e non mancano riff più moderni; la band gioca insomma sui propri punti di forza e sa esattamente quando appoggiarsi a un elemento più che all’altro.
L’uso stesso della voce è molto espressivo e si adagia su di un growl mai troppo estremo, dai toni melodici e drammatici, con sporadiche incursione di voci pulite vere e proprie.
La mezz’ora di “Of Awakening” si apre con “Ruins, My Dying World” dai toni delicati e che evolve in un saliscendi di cambi umorali dettati da un’atmosfera malinconica costruita su riff densi e arrangiamenti imponenti, stratificando parecchio il brano per tutta la sua durata. La parte centrale con il suo meraviglioso solo di violino avvicina i The Circle alla tristezza dei My Dying Bride, ma senza perdere l’aggressività e le dinamiche del black metal più moderno.
La prima parte dell’album, costruita su di un’impalcatura sonora più tecnica che ricorda i Ne Obliviscaris (non a caso, data la presenza di Tim Charles della band australiana appunto) ha un ritmo più veloce e un mood che diventa più sinistro man mano che il brano si sviluppa. La seconda parte è più lenta e melodica ma quello che si perde in cattiveria lo si guadagna in emotività, grazie soprattuto ad un assolo di violino da brividi.
Voci gotiche e un’atmosfera che ricorda i Dead Can Dance caratterizzano il crescendo di “Aflux”, mentre nei nove minuti di “Ashes and Fading Tides” le orchestrazioni guidano i momenti di apertura della canzone che ci sbatte in primo piano il lato più black metal della band, con riff tecnici e moderni. L’ultima parte, in particolare, vede la band liberarsi delle proprie emozioni, un nervo scoperto su di arazzo musicale grezzo e imponente. La conclusiva “Reign of the Black Sun” è, nei suoi momenti di apertura, uno straziante commiato dal gusto melodico quasi orecchiabile, senza mai perdere in intensità e costruendo immagini sonore con una dialettica quasi cinematografica.
“Of Awakening” è insomma meravigliosa sorpresa, un disco complesso nei suoi arrangiamenti ma mai ostico, che mescola perfettamente aggressività, atmosfera con una drammaticità intrinseca mai stucchevole e dai tratti emozionanti.
Se cercate qualcosa di moderno, originale e lontano dai soliti canoni del black metal atmosferico degli ultimi anni, i The Circle sono esattamente quello che fa per voi.