8.0
- Band: THE CULT
- Durata: 00:59:00
- Disponibile dal: 22/05/2012
- Etichetta:
- Cooking Vinyl
- Distributore: Edel
Spotify:
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A ben cinque anni di distanza dalla realizzazione dell’ ottimo album di inediti intitolato “Born Into This”, i The Cult incidono il nono capitolo sulla lunga distanza (escludendo l’album “Peace” realizzato nel 1986 e pubblicato soltanto nella mega raccolta antologica “Rare Cult”), riuscendo a mantenere ancora una volta con successo un elevato standard qualitativo nel songwriting. “Choice Of Weapon” appare nel suo complesso un prodotto meno diretto e potente del suo predecessore, composto da un suono più ricercato che assorbe le influenze dei Led Zeppelin, avvolgendole in un’atmosfera dal vago retrogusto wave. La produzione asciutta e smaccatamente vintage, viene affidata a Chris Goss (leader della cult band Masters Of Reality) e al celebre produttore canadese Bob Rock, che in passato ha forgiato il suono laccato del vendutissimo “Sonic Temple” e del più ruvido “Beyond Good And Evil”. La magica ed infaticabile coppia Astbury/Duffy inchiostra a quattro mani una serie di brani eterogenei, che spazia dall’incalzante frenesia rock di “Honey From A Knife” e “For The Animals” agli ammalianti chiaroscuri della soffusa “Elemental Light” e all’intenso lirismo toccato con la semi ballata “Wilderness Now”. Il celebre marchio di fabbrica della band viene prepotentemente palesato con “The Wolf”, episodio ricamato su un riff portante che suona Cult al cento per cento, speziato dal chitarrismo liquido di Duffy, vero e proprio marchio di fabbrica del gruppo. Con “Life > Death” i Nostri pennellano una toccante ballad d’autore, che riporta in vita le atmosfere glamour del miglior Bowie, mentre il groove sinistro e sincopato di “Lucifer” assume la forma ideale di un brillante nero e lucente. Consigliamo vivamente l’acquisto della Deluxe Edition, contenente ben quattro bonus track, tra le quali si distinguono “Embers”, drammatica rock tune nella quale il buon Astbury si rende protagonista di una performance al di sopra delle righe, e “Siberia”, episodio aspro ed urticante, che aggiorna il suono scarno e aggressivo della new wave primigenia. Chiudiamo solo con una raccomandazione: questo disco può causare forte dipendenza.