6.0
- Band: THE DARK ELEMENT
- Durata: 00:55:55
- Disponibile dal: 08/11/2019
- Etichetta:
- Frontiers
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The Dark Element avevano esordito un paio d’anni fa con l’omonimo album di debutto, al quale segue ora questo “Songs The Night Sings”. Il progetto consolida ancora una volta la collaborazione tra l’ex Nightwish Anette Olzon e Jani Liimatainen (Cain’s Offering, Insomnium, ex Sonata Arctica); al basso viene confermato Jonas Kuhlberg, mentre alla batteria è stato reclutato Rolf Pilve degli Stratovarius. L’avvio del disco è affidato ad un brano parecchio influenzato dai Nightwish come “Not Your Monster”, al quale segue la title-track, senz’altro la traccia meglio riuscita del platter. In effetti, soprattutto dopo questi due brani, la band sembra sforzarsi di emanciparsi un po’ dal proprio passato, provando a perseguire uno stile più personale. Un tentativo assolutamente apprezzabile, ma che porta per la verità a risultati piuttosto alterni. Da una parte ritroviamo la bellissima voce della Olzon, angelica ed eterea, pronta a far sognare ed emozionare l’ascoltatore; dall’altra c’è Liimatainen, che vediamo più come chitarrista, ma che riempie le canzoni di tastiere ed orchestrazioni, per le quali propone soluzioni o idee piuttosto abusate. Anzi, quando cerca di sperimentare qualcosa, ne viene fuori un senso di incompiutezza, come nella conclusiva “I Have To Go”, che parte molto bene, con qualcosa di vagamente jazz, ma s’interrompe troppo presto, proprio quando ci si aspettava un colpo di coda finale o come nel caso dei ritmi quasi danzerecci di “Pills On My Pillow”.
Tra gli episodi migliori, oltre ai primi due brani, meritano di essere evidenziati anche “When It All Comes Down” o un pezzo molto atmosferico ed emozionante come “To Whatever End”. Niente male i refrain di “Silence Between The Words”, “If I Had A Heart” o “You Will Learn” ma, a ben vedere, di fatto, al di là di tre-quattro tracce e di qualche melodia azzeccata, “Songs The Night Sings” è un disco che non riesce a decollare e questo è certamente un peccato visti i protagonisti coinvolti nel progetto. Ribadiamo la nostra stima sia per la Olzon che per Liimatainen come musicista, ma a livello compositivo, purtroppo, l’album presenta poche idee, per giunta in molti casi neppure sviluppate a dovere. C’è, comunque, come evidenziato, pure qualche bella canzone e queste, oltre a rappresentare i punti di forza nella proposta musicale dei The Dark Element, potrebbero costituire il trampolino di lancio per le future direzioni artistiche che la band vorrà percorrere.
