7.0
- Band: THE DARKNESS
- Durata: 00:35:04
- Disponibile dal: 28/11/2005
- Etichetta:
- Atlantic Records
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Un paio di anni fa vide la luce “Permission To Land”, debut album dei The Darkness che trionfò nelle chart di mezzo mondo grazie ad un collage di riff e refrain rubati a gente come Ac/Dc, Aerosmith, Thin Lizzy e Queen, con un pizzico di goliardia figlia dei Van Halen Roth-era. La demenza infantile del rock’n’roll ad un tratto da obsoleta ritornò en vogue, e i video clip di “Growing On Me”, “Gets Your Hands Off My Woman” e “I Believe In A Thing Called Love” suonarono come un calcio nel sedere agli pseudo-repressi che gongolavano nelle nenie post grunge dei Puddle Of Mudd, Creed, The Calling & C. Dopo la gloria iniziarono le incomprensioni, i litigi fino allo split con il bassista Frankie Poullain. Tutto sembrava finito, ma i nostri reclutarono Richie Edwards al posto di Poullain e scrissero una manciata di brani che hanno costituito l’ossatura di questo nuovo lavoro. Buona parte della critica inizia a scagliarsi contro la band accusandola di essere composta da buffoni e di riciclare in modo maldestro l’operato dei dinosauri del rock senza aggiungere nulla di personale alle composizioni. Tutto è finto, tutto è costruito a tavolino, ma il risultato finale del platter è più che buono. A differenza del disco precedente si è dato maggior risalto agli arrangiamenti ed al songwriting, conseguentemente i brani risultano più curati e leggermente meno immediati. “One Way Ticket To Hell” è una canzone frizzante dal refrain vincente che strizza l’occhio al precedente lavoro (non a caso ne è stato tratto un videoclip), “Is It Just Me?” e “Bald” sono pura adrenalina, mentre “Knockers” e “Dinner Lady Arms” uniscono una notevole dose di melodia al loro incedere accattivante. La teatralità goliardica dei Queen viene a galla in “English Country Garden” nella quale chitarra, pianoforte e batteria creano un vortice sonoro irresistibile. Se i Sex Pistols sono stati la più grande truffa del rock’n’roll del ventesimo secolo, i The Darkness attualmente sono la band più “false” creata dalla perfida macchina del music business, ma è solo rock’n’roll e ci piace… eccome, se ci piace!