7.5
- Band: THE DEAD DAISIES
- Durata: 00:53:12
- Disponibile dal: 05/08/2016
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Nuovo cambio di formazione all’interno dei The Dead Daisies, il supergruppo hard rock nato nel 2012 dalla mente del chitarrista David Lowy. Fuori Dizzy Reed e Richard Fortus, reclutati da Axl e Slash per la reunion dei Guns’n’Roses, dentro il grande chitarrista Doug Aldritch, già con Dio e Whitesnake. La scelta di non sostituire Reed con un nuovo tastierista si è rivelata vincente in quanto il nuovo “Make Some Noise” si propone come un solido disco di hard rock in cui la sei corde predomina fornendo un piglio più potente alle composizioni. “Long Way To Go” attacca a suon di riff degni degli Ac/Dc e subito dopo John Corabi ci delizia con il suo vocione caldo e sporco che esplode nel ritornello melodico del pezzo. Con “We All Fall Down” i The Dead Daisies rallentano velocità per offrire ritmiche più solide ed heavy, senza però rinunciare alla loro consueta dose letale di melodia. L’hard rock americano degli anni Ottanta rivive su questo disco, ma la produzione riesce a donare ai brani dei suoni assolutamente attuali ed al passo con i tempi. Doug Aldritch è una scelta vincente, sempre energico nelle ritmiche e sublime negli assoli, non fa per nulla rimpiangere il suo predecessore, anzi, l’axeman americano con la sua performance dà una marcia in più alle canzoni. Non mancano momenti più radiofonici, come “Song And A Prayer”, dove il gruppo si diverte a sfoggiare il suo lato più piacione, ma sempre dinamitardo. Al contrario, con la title track i nostri ci vomitano addosso un granitico midtempo sorretto da un gran lavoro di chitarre e da un ritornello corale studiato per scatenare il delirio durante i concerti. Su “Make Some Noise” segnaliamo anche due ottime cover, la fantastica “Fortunate Son” dei Creedence Clearwater Revival e “Join Together” dei The Who. Quest’ultima canzone suona in modo talmente hard rock da sembrare farina del sacco dei The Dead Daisies, che hanno fatto un lavoro eccezionale. “Make Some Noise” non può essere opera di uno dei tanti supergruppi che imperversano all’interno della scena musicale, la bontà della musica proposta ci pone davanti ad una band affiatata e con le idee molto chiare. Non sappiamo se in futuro la formazione subirà ulteriori stravolgimenti, ma finché continuerà a proporci dischi come questo, non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.