7.0
- Band: THE DEAD DAISIES
- Durata: 00:36:49
- Disponibile dal: 30/09/2022
- Etichetta:
- Steamhammer Records
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Paiono proprio non fermarsi mai i The Dead Daisies di Doug Aldrich. Solo a inizio dello scorso anno ne ammiravamo la ripartenza con Glenn Hughes alla voce per “Holy Ground”, adesso è già tempo del nuovo disco “Radiance”. Annotiamo il rientro in formazione del batterista Brian Tichy, già in line-up in passato, mentre l’indirizzo sonoro, prevedibilmente, va grosso modo a ricalcare quello di “Holy Ground”. Chi conosce il gruppo, giunto con “Radiance” al sesto album in nove anni (escludendo la raccolta di cover “Locked And Loved: The Covers Album” del 2019) saprà cosa aspettarsi: una manciata di canzoni di hard rock classico tremendamente heavy, ritmicamente facili da memorizzare, caratterizzate da un riffing rifinito e roboante, melodie cariche di feeling e la voce calda e versatile di Hughes, anche in questa occasione convincente e ben amalgamato al tessuto sonoro. I The Dead Daisies ci avevano abituato finora a una resa sonora fragorosa e a uno scoppiettante incalzare, un modus operandi energico che non aveva subito chissà quali variazioni con l’ingresso di Hughes al posto di John Corabi alla voce. Nulla che venga scalfito in questa nuova pubblicazione, a mutare è lo slancio dato ai singoli pezzi, che appaiono in questa occasione mediamente più controllati e meno scoppiettanti.
“Face Your Fear” è infatti un’opener relativamente soft per le abitudini della casa, un midtempo roccioso e ossessivo, dalla melodia principale abbastanza leggera e uno sviluppo piuttosto uniforme, con la voce di Hughes a reggere quasi integralmente le sorti del brano. Il meglio, strumentalmente, arriva dall’assolo principale, l’impressione è quella di un brano piacevole ma abbastanza scolastico. Un’idea spazzata via dalla seconda traccia in scaletta, di tutt’altro piglio e vigore: “Hypnotize Yourself” aggredisce come i The Dead Daisies ci avevano abituato a fare, il refrain esplode in faccia vigoroso e anche le pause più quiete che ci vengono concesse paiono ben studiate. “Shine On” prosegue con lo stesso piglio, subito nel vivo con un attacco quadrato e pesante e poi sempre più decisa e frizzante, mentre Hughes sfodera una prestazione infervorata degna di singer ben più giovani. Proseguendo nell’ascolto, notiamo che nonostante la qualità complessiva rimanga buona, per una volta i The Dead Daisies si sono concessi qualche passaggio ‘di mestiere’, un pizzico di ripetitività, una lieve latitanza di idee dovuta a una leggera stagnazione in fase creativa. La titletrack infatti è solo gradevole, complice anche la sua lentezza si trascina senza regalare troppi sussulti. Discorso applicabile a “Born To Fly”, orecchiabile e massiccia quanto si vuole, ma piuttosto ordinaria nel riffing e nelle melodie, nemmeno così emozionante all’altezza del refrain.
Una linea di condotta che non cambia granché nella seconda metà dell’album, aperta da due tracce interlocutorie come “Kiss The Sun” e “Courageous”. Il riffing grasso e incombente di “Cascade” rialza il livello di attenzione, anche se arrivati a questo punto del disco non si può non notare uno schema compositivo abbastanza standardizzato e privo di grosse variazioni da una traccia all’altra. I The Dead Daisies ci smentiscono parzialmente durante “Not Human”, canzone più calda e di maggior trasporto emotivo rispetto al grosso della tracklist: sia le chitarre che i vocalizzi provano soluzioni un poco più soffuse e lavorate, riuscendo a regalarci una canzone convincente in ogni aspetto. Anche le sembianze di ballata di “Roll On” non sono affatto male, il tocco blues di Hughes riaffiora con successo, dicendoci anche che con maggiore impegno nel diversificare il songwriting “Radiance” avrebbe potuto raggiungere il medesimo standard qualitativo degli album precedenti. Nulla di particolarmente grave comunque per i The Dead Daisies, si tratta di un calo fisiologico dopo aver inanellato diverse ottime uscite nel giro di pochi anni. È il rischio che si corre, d’altronde, nello sfornare album a ripetizione come fatto da loro in questi anni.