THE DEVIL WEARS PRADA – Dead Throne

Pubblicato il 26/09/2011 da
voto
7.0
  • Band: THE DEVIL WEARS PRADA
  • Durata: 00:40:48
  • Disponibile dal: 13/09/2011
  • Etichetta:
  • Roadrunner Records
  • Distributore: Warner Bros

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Piccoli emo crescono. Dopo essersi costruiti nel giro di un paio di album (“Plagues” del 2007 e “With Roots Above and Branches Below” del 2009) la poco lusinghiera – ma ben più redditizia – nomea di fratellini minori degli Underoath e aver così conquistato stuoli di adolescenti in piena tempesta ormonale, sembra giunto il momento anche per Mike Hranica e soci di portare a termine una maturazione resasi ormai necessaria al traguardo del quarto album, se non altro per assecondare gli stessi fan ormai (quasi) maggiorenni. Ecco così spiegato il cambio di registro evidente già nella cover e nei titoli dei pezzi, privi di quell’umorismo presente fino ad un paio di anni fa, e che trova immediato riscontro in un sound mai così votato all’aggressività. Per una volta dunque le promesse della vigilia – “Sarà il nostro album più cattivo e maturo di sempre!” – sono state mantenute; ma d’altro canto è fin troppo facile per chi fino all’altro giorno sfornava singoli in grado di ben figurare nella compilation allegata a Top Girl ed oggi intende invece giocarsela ad armi pari con i vari As I Lay Dying, August Burns Red e Bleeding Through. Sgomberato il campo dai preconcetti legati al loro recente passato, diciamo  subito che il nuovo corso dei TDWP, grazie anche al boosting garantito dal solito Adam Dutkiewicz in cabina di regia, sembra volersi rifare proprio a queste band e, pur senza raggiungerne i livelli di eccellenza, ci si avvicina in più di un occasione. E’ il caso ad esempio di “Mammoth”, “My Questions”, “Born To Lose”, “Constance” o “Holdfast” – i pezzi che gli AILD non hanno più saputo scrivere dopo “An Ocean Between Us” – ma non solo; la title track e “R.I.T.” puntano tutto sulla cattiveria lasciando spazio solo agli high pitch di Mike Hranica, mentre gli unici momenti di quiete sono quelli della strumentale “Kansas”, a conferma di un’evoluzione giunta finalmente a compimento. Esame di maturità superato dunque a pieni voti e anzi, visto lo stato di forma tutt’altro che brillante vissuto dalle leader della scena, la laurea in dottori del Metalcore appare ora più vicina per i sei seguaci di Anna Wintour.

TRACKLIST

  1. Dead Throne
  2. Untidaled
  3. Mammoth
  4. Vengeance
  5. R.I.T.
  6. My Questions
  7. Kansas
  8. Born To Lose
  9. Forever Decay
  10. Chicago
  11. Constance
  12. Pretenders
  13. Holdfast
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