8.0
- Band: THE DILLINGER ESCAPE PLAN
- Durata: 00:17:57
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Spin-go
Quando due personalità geniali si incontrano, è possibile che gli spesso smisurati ego delle parti in questione si distruggano a vicenda o, al contrario, che le vivaci sinapsi, stimolate dalla presenza di un’entità affine, si corroborino vicendevolmente. E’ questo il caso dei Dillinger Escape Plan che, fulminati sulla via di Damasco dalla voce di Mr. Mike Patton, hanno deciso di assoldare l’instabile ex Faith No More per le registrazioni di questo mini di quattro tracce. Ed ecco che la follia matematica del combo statunitense va ad arricchire di colori nuovi ed inattesi la furia schizofrenica di Patton, mattatore indiscusso di “Irony Is A Dead Scene”. Tutto è traballante ed instabile; da ogni momento di calma apparente nasce un tornado inarrestabile di tempi dispari ed urla ferine. Se “Pig Latin” può ricordare molto lontanamente qualcosa dei Mr. Bungle, le restanti tre canzoni sono lo specchio fedele di un’autarchia creativa inimitabile. Spiazza la cover di “Come To Daddy” di Aphex Twin, sinistramente “lineare” per quelli che sono i canoni dei Dillinger Escape Plan; devastano le altre tracce, capaci di ingoiare e vomitare grind, hardcore, jazz e rumorismo con sardonica spocchia. Eppure, tacendo dell’imbarazzante superiorità di questi venti minuti di musica rispetto alle ore di fastidiosa immondizia spacciata per arte da concorrenti alle prime armi, la sensazione immediata provocata dall’ascolto di “Irony Is A Dead Scene” è l’angoscia. Instabilità che genera angoscia, violenza che genera angoscia, ironia che genera angoscia. Il tutto a ciclo continuo. Da ascoltare, ingoiare e vomitare. Ingoiare e vomitare.