7.0
- Band: THE DOGMA
- Durata: 00:54:48
- Disponibile dal: 29/03/2006
- Etichetta:
- Drakkar Records
- Distributore: Audioglobe
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Oh, finalmente un album power metal come si deve! È un piacere poter ascoltare il primo full-length dei The Dogma, tanto più che a firmarlo è una band italiana. “Black Roses” arriva nei negozi a ben quattro anni di distanza dall’EP “Symphonies Of Love And Hate”, ma l’attesa è stata ben ripagata, dato che il prodotto finale è un lavoro curatissimo e professionale, a partire dalla produzione eccelsa, fino alla bella copertina di Andreas Marshall, senza dimenticare l’elegante grafica del libretto. La musica proposta dal quintetto nostrano è un power metal potente e melodico che, però, non indugia sui canoni più solari del genere ma, al contrario, affascina per le sue atmosfere cupe e oscure. Le chitarre costruiscono un poderoso intreccio di riff, ben coadiuvati dalla sezione ritmica precisa e corposa, mentre le tastiere abbelliscono il tutto con un tappeto sinfonico dalle sonorità gotiche e sacrali. Ineccepibile la prova dei singoli strumentisti, tutti di alto livello, e in particolare del cantante Daniele Santori, dotato di una versatilità invidiabile e di un timbro pieno e caldo. Il songwriting è decisamente di buon livello, con la band abile nel variare di brano in brano, senza mai risultare fuori luogo. Abbiamo, per esempio, l’ottima title track, posta in apertura, possente, trascinante e impreziosita da un bel finale di cori gotici; oppure l’intensa “. And Julie No More”, un mid tempo ai limiti del gothic metal, in cui le chitarre si intrecciano a delle suadenti trame pianistiche. Naturalmente non mancano i pezzi più tirati e tipicamente power, come “Queen Of The Damned”, che, però, non risultano una sterile reiterazione di stilemi abusati ma, al contrario, aggiungono aggressività e potenza al tutto. Reminiscenze tedesche fanno capolino nella rocciosa “Ghost Of War”, mentre con “Temptation” la band firma il suo unico brano un po’ sottotono. Infine non si può fare a meno di citare la bellissima “Maryann”, una delicata ballad acustica per chitarra, pianoforte ed archi, resa ancora più emozionante dalla bella voce di Santori. Un lavoro davvero notevole, quindi, che vede una band già matura e capace di grandi cose. Non ci resta che aspettare il prossimo lavoro e vedere se i The Dogma riusciranno a percorrere la strada che hanno imboccato con sicurezza. Nel frattempo, tutti gli amanti del miglior power metal non si lascino scappare “Black Roses”.